La guardia medica sotto la lente "Mancano dotazioni e parcheggi"

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Carenze strumentali che, se colmate, consentirebbero da una parte di velocizzare la diagnosi e dall’altra di evitare ulteriori accessi al pronto soccorso. Al centro della riflessione c’è il servizio guardia medica in essere al Ceppo, la cui potenzialità appare non essere sfruttata al meglio. A spiegarlo sollevando alcuni quesiti c’è chi con il mestiere ha a che fare quotidianamente: "Il servizio di continuità assistenziale non dispone di un apparecchio per la rilevazione dell’elettrocardiogramma, utile ad esempio in casi di sospetto infarto – è la constatazione di un medico che da un lato riconosce la bontà di alcuni aspetti e dall’altro sottolinea le mancanze –. Non è a disposizione della guardia medica neppure il siero antitetanico, il che costringe il medico stesso a dirottare il paziente che ne abbia necessità al pronto soccorso ospedaliero". A mancare sono inoltre alcuni piccoli comfort, non intesi certo come privilegi bensì come supporti logistici che permettano di alleggerire il carico del lavoro, come dispensatori di banali generi di conforto che supportino chi svolge lunghi servizi notturni, un permesso di accesso alla ztl per eventuali visite domiciliari per quei pazienti impossibilitati a spostarsi e, infine, uno stallo di parcheggio riservato a chi è di turno, fatto non banale. Una questione quest’ultima relativa alla sosta che appare essere tutt’altro che a senso unico, come rilevato anche dallo stesso segretario dell’Ordine dei medici Giuseppe Pace, che evidenzia come il trasferimento del servizio di continuità assistenziale da viale Adua al centro storico (datato marzo 2021) abbia di fatto generato un problema non trascurabile, quello, appunto, dei parcheggi.