La fontana Campari è tornata a splendere

Erano 30 in tutta Italia, ne sono rimaste solo tre e una è a Le Piastre. La presidente della Pro Loco: "È la porta della nostra Montagna"

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È tornata come nuova la Fontana Campari. Ieri mattina la Proloco de Le Piastre, insieme al Comune di Pistoia e con l’importante contributo di Publiacqua, hanno presentato la fine del restauro. L’intervento è costato 10mila euro ed è servito per riscoprire e valorizzare la bellezza dell’opera sulla via Modenese. La mancata manutenzione degli anni passati, la sfoliatura, l’aggressione di muschi e licheni, e il clima rigido della zona avevano compromesso nel tempo lo storico punto di riferimento della montagna.

"Finalmente – ha esclamato sorridente Cinzia Sebastiano, presidente della Proloco Le Piastre –. La fontana Campari è un simbolo del nostro paese. Rappresenta una parte della nostra gioventù e di tanta gente che passa dalle Piastre. Perché l’abbiamo sempre vista quassù, sull’apice del passo, e indubbiamente rappresenta la porta della montagna pistoiese: simbolicamente, da qui in poi, comincia veramente l’Appennino. Siamo felici che finalmente, dopo anni di impegno, siamo riusciti a riaverla così, bella". La fontana è parte di una serie di circa trenta, risalenti al 1940 circa, progettate da Giuseppe Gronchi, scultore di Firenze, per pubblicizzare l’azienda Campari & C. Le fontane rappresentavano la fusione tra scopo pubblicitario e progettazione artistica uniti alla funzione di pubblica utilità. Quella de Le Piastre, a oggi, è una delle sole tre rimaste in Italia e al momento la meglio conservata.

"Sicuramente, al momento, è la più fedele – ha precisato Lorenzin Perra, presidente Publiacqua – e mantiene tutto il pregio storico e architettonico dell’opera originale. Adesso la possiamo osservare un po’ com’era, ma intendiamo fare ulteriori miglioramenti, come a esempio curandone l’illuminazione. È importante ricordare che ci muoviamo attraverso lo strumento dell’Art bonus, quindi sfruttiamo un beneficio fiscale per restaurare dei manufatti storici legati all’acqua che sono presenti nel nostro territorio". Quello di ieri de Le Piastre è il primo lavoro di recupero terminato che fa parte di questo progetto di Publiacqua.

"Il lavoro è stato per il 70% di pulitura del manufatto – ha spiegato Michele Rotella che ha eseguito il restauro insieme a Simone Antonetti –. Tre livelli di pulitura manuale e di prevenzione dagli attacchi di microrganismi. Dopodiché è stato fatto un restauro conservativo, ad azione meccanica, per intervenire sulle parti mancanti senza interferire troppo sulla lettura originale dell’opera".

"Noi crediamo che questi siano simboli e i simboli delle piccole comunità della montagna sono molto importanti – ha detto il sindaco Alessandro Tomasi –, perché sono le radici di questa comunità. Piano piano vengono recuperati grazie all’amministrazione e alle proloco del territorio, come a esempio il cinema storico de Le Piastre che diventerà luogo di aggregazione, di riferimento per la comunità. Attraverso questi lavori e questi interventi si mantiene la popolazione a vivere qua, si alimenta il turismo, le attività culturali. Sono gli aspetti più importanti di questi luoghi, che devono tornare a essere vivi e vissuti".

Gabriele Acerboni