
La vicenda giudiziaria è scaturita da un decreto ingiuntivo impugnato da un utente Nella foto, d’archivio, un impianto di depurazione
La tariffa per la fognatura e la depurazione non è dovuta se l’utenza non è allacciata all’impianto di depurazione. Lo afferma una sentenza del tribunale civile di Pistoia che costituisce l’ultimo atto di un contenzioso giudiziario durato cinque anni tra un cittadino di Cireglio, Luciano Innocenti, e Publiacqua. Nel 2020 Publiacqua aveva inviato a Luciano Innocenti un decreto ingiuntivo con la richiesta di duemila euro di arretrati di fatture non pagate per la fognatura e la depurazione. Anziché sottoporsi al decreto dell’azienda fornitrice dei servizi idrici il cittadino si è opposto e, dopo essersi rivolto ad un avvocato, ha presentato ricorso al giudice di pace di Pistoia. L’argomento di Luciano Innocenti era molto semplice: non poteva essere obbligarlo a pagare per un servizio che non gli era fornito, visto che la sua abitazione non era collegata a nessun sistema o impianto di depurazione delle acque reflue.
Il giudice di pace ha fatto ricorso, prima di pronunciarsi, alla consulenza tecnica di un perito che ha fornito una relazione sulla situazione dell’utenza del cittadino e in particolare dei servizi di fognatura e depurazione relativi alla sua abitazione.
Nel 2023 il giudice di pace ha accolto l’opposizione del cittadino, con il conseguente annullamento del decreto di Publiacqua. Anzi, applicando il principio che non si deve pagare per un servizio non fornito, il giudice di pace ha imposto a Publiacqua il rimborso delle somme pagate negli anni precedenti dall’utente per la fognatura e la depurazione. Publiacqua, come era nel suo diritto, ha presentato ricorso contro il pronunciamento del giudice di pace e la questione è finita davanti al tribunale civile di Pistoia.
Publiacqua ha motivato il ricorso facendo presente della esistenza e funzionalità di un impianto di depurazione in via Toscana. La giudice della sezione civile del tribunale di Pistoia, dottoressa Elena Piccinni, ha emesso una sentenza favorevole al cittadino richiamando la giurisprudenza sia della Cassazione che della Corte Costituzionale dalla quale si ricava che la tariffa non è dovuta se non c’è una prestazione corrispondente.
Giacomo Bini