Anniversario Kobe Bryant: il paese salva lo storico cartello del campione

L’amica di Cireglio, Alessia Pierattini: "Quando venne a trovarci fece una foto davanti al segnale stradale: lo abbiamo salvato e conservato"

Kobe Bryant a Cireglio nel luglio 2013 (foto Agipress)

Kobe Bryant a Cireglio nel luglio 2013 (foto Agipress)

Cireglio (Pistoia), 26 gennaio 2021 - Quella di Cireglio e Kobe Bryant è la storia di un legame indissolubile, di un amore infinito che non passerà mai. A prima vista può sembrare strano accostare una leggenda Nba ad un piccolo paese della montagna pistoiese dove la vita è scandita al ritmo delle stagioni, dove tutti si conoscono da generazioni, dove, però, i legami sono profondi come le radici degli alberi dei "Boschi Incantati" e dove la gente ha conservato la genuinità e la semplicità di una volta.

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E’ questo ciò che amava Kobe, una vita tranquilla e serena in un posto dove non era la grande star dell’Nba, dove non aveva bisogno di essere il Black Mamba perché non c’erano avversari contro cui lottare o partite da vincere, ma solo la voglia di stare insieme agli amici, di correre liberi per i prati, di divertirsi e dove lui poteva essere semplicemente Kobe, un ragazzo come tanti. Quasi certamente sarebbe tornato ancora nel suo paesino, se quel maledetto incidente in elicottero non se lo fosse portato via, esattamente un anno fa.

Alessia Pierattini mostra le foto della comunione di Kobe (foto Acerboni/FotoCastellani)
Alessia Pierattini mostra le foto della comunione di Kobe (foto Acerboni/FotoCastellani)

"Kobe amava la nostra vita tranquilla – dice Alessia Pierattini, grande amica del campione scomparso – Qui si sentiva a casa, tanto che quando otto anni fa venne a trovarmi all’improvviso mi espresse il desiderio di acquistare una casa a Cireglio, perché voleva fortemente far provare alle figlie cosa volesse dire essere libere di poter uscire di casa senza problemi, andare a giocare con gli altri bambini in strada o nei campi, tutte cose che a Los Angeles non potevano fare. Avevamo in mente anche di rimettere a posto il campino di basket, perché quando lo vide rimase male per le condizioni in cui era. Ci dicemmo che ne avremmo riparlato. Qualcosa è stato fatto e abbiamo anche conservato il cartello stradale di Cireglio davanti al quale si fece la foto quando venne a trovarci. Lo stavano per cambiare ma un ragazzo lo ha salvato".

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Oggi per Alessia e per tanti appassionati di sport, non solo di basket, è un giorno triste perché un anno fa Kobe e sua figlia Gianna persero la vita insieme ad altre sette persone in un tragico incidente in elicottero. Oggi alle 15 al campino a Cireglio ci sarà un saluto a Kobe e Gianna e verrà deposta una ghirlanda di fiori in loro ricordo.

"Sì, è un giorno triste – dice Alessia – sento un grande vuoto perché so che non lo rivedrò più e devo dire che ci è voluto del tempo per rendermene conto. All’inizio quando venne fuori la notizia della scomparsa non volevo crederci, poi mi sono trovata i giornalisti sotto casa e in quel momento non riuscivo a capire, non avevo il tempo di fermarmi a pensare. Questo è stato un anno particolare, ma grazie all’idea nata da Gabriele Magni di creare un gruppo Fb ‘Cireglio Campetto Kobe’, dove ognuno pubblica ogni giorno qualcosa su Kobe, è come averlo con noi continuamente".

La targa voluta da Gabriele Magni (foto Gabriele Acerboni/ FotoCastellani)
La targa voluta da Gabriele Magni (foto Gabriele Acerboni/ FotoCastellani)

Proprio Gabriele Magni ha voluto ricordare Kobe e Gianna con un’iniziativa personale di grande effetto intitolando al campione "lo spazio con il canestro", come lo ha definito, che si trova all’interno del suo giardino. "Una cosa semplice ma emozionante – dice Magni – Ci sono state intitolazioni a Kobe in tutto il mondo e personalmente mi sono sentito di chiamare lo spazio con il canestro che ho sotto casa con i nomi di Kobe e Gianna Bryant aggiungendo la frase ’Inspire the next generation’, ispira le generazioni future. La volontà è quella di voler far crescere mio figlio con un tassello importante di sport e di vita: da una parte il ricordo del campione, dall’altra il dramma di una famiglia. Un monito che mi auguro possa servire a lui e anche ai suoi amici quando verranno a giocare in questo piccolo campetto. Tra l’altro è vicino al posto in cui Kobe è stato da piccolo e dove ci sono i suoi ricordi".