Istigazione al suicidio del figlio: padre assolto

Assolto l'uomo di 50 anni accusato di istigazione al suicidio del figlio di 20 anni a Pistoia. Sentenza con rito abbreviato: mancanza di prove di collegamento tra padre e tragedia. Emozioni in aula durante la lettura della sentenza.

È stato assolto per non aver commesso il fatto. Su di lui, un uomo di 50 anni, pesava un’accusa grave: quella di istigazione al suicidio del figlio, di appena 20 anni. La sentenza è stata letta dal giudice Luca Gaspari qualche giorno fa. L’uomo, che era difeso dall’avvocato Filippo Lavorini di Pistoia, si è commosso in aula. La tragedia, lo ricordiamo, risale al 2018: il giovane fu trovato senza vita nella soffitta di casa. E in quella stessa stanza dove si era raccolto tutto il suo dolore, furono ritrovati alcuni scritti, fogli nei quali il ragazzo avrebbe parlato del padre e di presunte pratiche sataniste, ma il contenuto di quegli scritti non era di facile interpretazione. Sul caso era stata avviata un’indagne condotta dai carabinieri, sotto la direzione del sostituto procuratore Giuseppe Grieco. Gli inquirenti avevano concentrato la loro attenzione su una conversazione, avvenuta durante un incontro tra il padre e il figlio, considerata inizialmente significativa ai fini dell’indagine. Nel corso della stessa, però, le prove di un collegamento tra il comportamento del padre e l’azione disperata del figlio non sono mai state trovate. Per questo, il pm aveva presentato una richiesta di archiviazione, poi respinta dal gip. E l’altro giorno è arrivata la sentenza con rito abbreviato.

"Il mio cliente si è commosso alla lettura della sentenza – ha spiegato l’avvocato Lavorini – In tutto il procedimento, di fatto, non è mai stata trovata una prova che potesse collegare la tragedia con un comportamento tenuto dal padre del ragazzo".

Nel procedimento, la madre della vittima si era costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Francesca Barontni. "Le indagini dirette dalla Procura sono state accurate – siega l’avvocato Barontini – Purtroppo, non si saprà mai che cosa è accaduto veramente. Il contenuto di quello che padre e figlio si sono detti non si saprà mai. La prova della istigazione al suicidio era difficile da avere. Nella discussione, in quell’aula, si è raccolto il dolore di una famiglia".

M.V.