Pistoia, 20 marzo 2015 - Quello che manca è un Albo professionale dei docenti che approvi e faccia rispettare un Ordine deontologico dei suoi iscritti, come avviene in altre professioni. Prima che si metta in moto la magistratura e prima che agisca, con le difficoltà e le lentezze che tutti conoscono, l’ispezione ministeriale dovrebbe esserci l’intervento di un Ordine professionale dei docenti, che individui e sanzioni comportamenti contrari alla deontologia professionale indipendentemente dalla loro valenza penale. In altre parole dovrebbero essere i docenti stessi, come fanno gli avvocati, i medici e giornalisti, a tutelare la dignità della propria professione e a sanzionare chi violi il codice deontologico e anche chi per incompetenza leda l’onorabilità della professione.
Il modello sono gli ordini degli insegnanti nei Paesi anglosassoni, per esempio il «Council teaching for England» che, tra gli altri compiti , ha quello di «redigere il Codice professionale e intervenire in caso di comportamenti professionali inaccettabili e di incompetenza professionale». Invece in Italia gli insegnanti, sentendosi da anni colpiti nel loro ruolo sociale e professionale, malpagati, sovraccaricati di compiti anche impropri, investiti da azioni riformatrici calate dall’alto, hanno sviluppato più o meno consciamente un atteggiamento di autodifesa, quasi una sindrome di accerchiamento che provoca una complicità preconcetta o una indifferenza verso le storture deontologiche di taluni di loro.
Come se ciascuno fosse chiamato a rendere conto solo di se stesso e non ad interessarsi della credibilità della professione. Se un collega si comporta male o è palesemente incompetente, si gira la testa dall’altra parte, come se non ci riguardasse, come se la scorrettezza di uno non infangasse tutti. Anche i sindacati sono sembrati spesso accorrere incondizionatamente in difesa del singolo, quasi in modo avvocatesco, anziché occuparsi della dignità della professione. Ma è proprio l’assenza di un organo autonomo di auto-disciplina ad esporre gli insegnanti ad ogni attacco al loro ruolo sociale. Tra i compiti dell’Ordine di Scozia e d’Inghilterra c’è infatti anche quello di «innalzare lo status della professione docente». E ciò comporta, all’occorrenza, anche un’azione disciplinare, da eseguire con procedure codificate e garantiste, ma capaci, quando serve, di cacciare qualcuno per indegnità o incapacità.