GIACOMO BINI
Cronaca

Ventenne morto nell’incidente, lo strazio della famiglia. Paese sotto shock: “Lo abbiamo visto crescere, siamo stravolti”

La giovane vittima abitava a Badia a Pacciana e lavorava come grafico pubblicitario in un’azienda di Agliana. Lascia il babbo Fabrizio, la mamma Marianna e la sorella Irene

Nel riquadro la giovane vittima, Alessandro Trovatelli e l'auto distrutta (foto Castellani)

Nel riquadro la giovane vittima, Alessandro Trovatelli e l'auto distrutta (foto Castellani)

Pistoia, 26 maggio 2025 – Alessandro Trovatelli abitava a Badia a Pacciana e lavorava come grafico pubblicitario in un’azienda di Agliana. La notizia della morte di Alessandro è piombata sul paesino di Badia a Pacciana la domenica mattina e ha lasciato incredula la piccola comunità di neanche mille abitanti. Nel centro del paese, nel piazzale davanti all’antica abbazia dei vallombrosani una donna anziana si affaccia alla porta per dirci che conosceva Alessandro. “L’ho visto tante volte – dice – insieme agli altri ragazzi del paese, è cresciuto qui, conosco i genitori e gli zii, siamo traumatizzati, stamattina l’ho saputo quando è venuto a portarmi le uova un vicino di casa di Alessandro e ho capito che era successo qualcosa di grave dalla sua faccia, che era stravolta”.

Approfondisci:

Scontro frontale tra auto: muore ragazzo di 21 anni, gravissima l’amica

Scontro frontale tra auto: muore ragazzo di 21 anni, gravissima l’amica

La casa dei Trovatelli si trova in aperta campagna, in un piccolo agglomerato circondato dai campi che si raggiunge per una stradina in parte sterrata. Fa impressione pensare a quante volte Alessandro avrà percorso quella stradina e al fatto che non potrà più vedere quegli sterminati campi coltivati a piante. All’arrivo nell’aia antistante il gruppetto di case vediamo subito, nel portico davanti a una delle abitazioni, i familiari di Alessandro, il babbo Fabrizio, la mamma Marianna e la sorella Irene. Sono immobili come un gruppo scultoreo, impietriti dal dolore. La mamma e la sorella sono sedute, vicinissime, a un tavolo rotondo, il babbo è in piedi al loro fianco, lo sguardo rivolto alla campagna e ci dice che aspettano che sia loro consentito di andare a vedere Alessandro. Non c’è altra parola pronunciabile. Il sole splende in modo assurdo e crudele. Mentre torniamo nel centro del paese, intravediamo dalle finestre qualche tavola apparecchiata. E’ domenica, il lavoro nei campi è fermo, incontriamo solo un trattore e il conducente dice che anche lui ha saputo, che conosce la famiglia e il ragazzo, che quello che è accaduto non è giusto: “Troppo giovane per morire”.

Lasciata Badia torniamo sul posto dell’incidente, una famiglia di vicini ci racconta di essersi svegliata dopo aver sentito il gran rumore provocato dalla scontro. “E’ stato un botto fortissimo – dice una donna – e poi quel clacson della macchina che suonava ininterrottamente per un quarto d’ora mi ha fatto capire la gravità di quello che era accaduto, poi sono arrivati i mezzi di soccorso ed è stata chiusa la strada”. “Ero tornato a casa da poco – racconta un giovane – dopo aver sentito il rumore sono accorso in strada, c’era fumo, mi sono avvicinato al finestrino della macchina grigia e ho visto quel ragazzo riverso sul volante. E’ stato impressionante. Conosco personalmente le ragazze che erano sulla macchina che seguiva il suv bianco e che è finita nel fosso, per fortuna loro non si sono fatte nulla di grave”.