Inceneritore, no alla proroga. L’opposizione va all’attacco: "È soltanto una presa in giro"

Il centrodestra montalese non ci sta: "L’impianto doveva essere già chiuso alla fine del 2023" "34 posti di lavoro da difendere? Si sapeva anche prima. Dieci anni senza un programma" .

"E’ una presa in giro della comunità e dei cittadini". Così i consiglieri del centrodestra giudicano la proposta dei sindaci di Montale e di Quarrata di prorogare per 3 anni più 1 la gestione dell’inceneritore. "L’inceneritore avrebbe già dovuto essere chiuso secondo le ripetute promesse e dichiarazioni dei sindaci – dice il capogruppo del centrodestra Lorenzo Bandinelli (in foto con Franco Vannucci e Alberto Fedi) – perché la data era la fine del 2023, poi rinviata alla fine del 2024. Ma in dieci anni è stata totalmente assente una programmazione sul futuro dell’impianto, sulla dismissione e sulla riconversione, è stata una politica del non fare e ora è una cosa vergognosa che usino l’argomento della tutela dei 34 posti di lavoro, ma non lo sapevano prima che c’erano quei 34 dipendenti e che occorreva trovare una soluzione? Doveva esserci un programma fatto per tempo, ma nulla è stato predisposto e ora la responsabilità per quei posti di lavoro è tutta loro, dei sindaci che usano solo ora questo tema contro chi si oppone al prolungamento della vita dell’inceneritore". Il centrodestra va all’attacco anche dell’altro argomento usato dai due sindaci per motivare la proroga, cioè i costi incerti e presumibilmente ingenti della bonifica necessaria dopo l’eventuale chiusura dell’inceneritore.

"Ma in consiglio comunale il 20 novembre scorso – ricorda Bandinelli – il sindaco Betti e l’assessore al bilancio e vicesindaco Logli avevano detto che avevano accantonato i fondi per la dismissione e che erano pronti a questa eventualità. Ci sono le trascrizioni. Si erano vantati di aver scelto di non dividersi gli utili del Cis e di aver accantonato 2 milioni e mezzo proprio per sostenere le spese della dismissione e anche di una bonifica". Alberto Fedi, consigliere del centrodestra, mostra la nota al bilancio del Cis in cui si legge: "Nel presente bilancio al 31 dicembre 2022 il fondo dismissione impianto ammonta a euro 2milioni e 500mila valore ritenuto allo stato attuale congruo per l’eventuale dismissione dell’impianto.

"Ora ritirano fuori anche l’indagine epidemiologica – aggiunge Fedi – promettendo di portarla a termine quando per anni il sindaco se ne ricordava solo per rispondere alle mie ripetute interpellanze e rispondeva solo leggendo le note di Arpat in proposito. Dal 2016 si doveva fare la georeferenziazione e non è stata mai fatta". "E’ una mossa elettorale – dice Franco Vannucci – sperano di vincere in tutti e tre i comuni e così fare quello che vogliono".

Giacomo Bini