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Il Taba alla ’conquista’ di Prato "Ma ci serve nuovo personale"

L’attività, che conta due locali sul territorio pistoiese, sta per tagliare il nastro a un terzo esercizio. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Il titolare Festa: "Cerchiamo tre persone, ma tutti si tirano indietro".

Da Pistoia a Prato, con la voglia di togliersi le stesse soddisfazioni. La gelateria Taba - Dolce di Latte si estende: l’attività avviata sul nostro territorio nel 1988, che conta due locali (quello storico di viale Bartolomeo Sestini e quello aperto un anno fa in Piazza della Resistenza), è in procinto di tagliare il nastro ad un terzo esercizio, questo ubicato in zona La Pietà a Prato. Esercizio che dovrebbe essere inaugurato attorno alla metà di maggio, secondo quelle che sono le speranze del titolare Emiliano Festa. A patto che si riescano a trovare per tempo tre persone che gli permettano di allargare il proprio staff, composto attualmente da sette ragazze. Per il momento però la ricerca non è stata fortunata. "Ho fatto almeno una decina di colloqui, ma chi si presenta poi si tira indietro una volta spiegato cosa c’è da fare – afferma –. Proponiamo contratti di tutti i tipi che variano a seconda del candidato, stipendi da oltre 1000 euro al mese, possibilità di crescita e anche una formazione iniziale, dopo un periodo di prova che ci serve per capire se il candidato è adatto o meno. Insomma, facciamo le cose per bene, però finora i riscontri non sono stati positivi".

L’appello è valido sia per chi vive in provincia di Prato, sia per chi abita a Pistoia, in quanto "almeno inizialmente, i nuovi assunti verrebbero inseriti su Pistoia, mentre a Prato utilizzerei le ragazze già esperte, per poi alternare le forze in base alle necessità", aggiunge Festa, che prova a dare una spiegazione circa le difficoltà in cui è incappato fino a questo momento nell’implementare il personale. "Dato che ho avuto colloqui sia con ragazzi giovani che con persone più adulte, mi sono fatto un’idea precisa: da una parte c’è la voglia di non perdere le ore di tempo libero, specie durante il fine settimana, ma dall’altra ho riscontrato pure una certa accezione negativa verso quello che è il lavoro artigianale. E’ come se fosse ritenuto di minore valore o meno gratificante rispetto ad altre attività magari da ufficio. Non avverto più la passione per certi mestieri – asserisce Festa –, la stessa che ad esempio mio padre a trasmesso a me. E questo è un vero peccato: andando avanti così si rischia di perdere la tradizione che da sempre contraddistingue il nostro Paese". L’esercente pistoiese tuttavia vuol restare ottimista. "Seppur con grande sforzo, sono riuscito in passato a formare lo staff attuale – conclude –. Le persone in gamba e su cui investire ci sono, ma non è semplice trovarle".

Francesco Bocchini