Il nodo occupazione. Tanti i giovani ’al palo’. E cresce la fascia oscura di chi non studia né lavora

Il report di Cna Toscana Centro: i dati di 289 aziende tra Prato e Pistoia. Gli altri temi: ricambio generazionale ai vertici e inserimento stranieri.

Il nodo occupazione. Tanti i giovani ’al palo’. E cresce la fascia oscura di chi non studia né lavora

Il nodo occupazione. Tanti i giovani ’al palo’. E cresce la fascia oscura di chi non studia né lavora

Il duplice raffronto fra una disoccupazione giovanile che in provincia si attesta sul 15% ma, quella generale, diminuisce ed arriva al 6,5% con la problematica consueta: c’è una fascia "oscura" di tanti ragazze e ragazzi che, una volta diplomati negli istituti professionali, finiscono fra coloro che non studiano più e non si avvicinano nemmeno al mondo del lavoro. Una fetta di torta che costituisce il 20% di chi termina il percorso alla scuola secondaria. Sono solo alcuni dei numeri presentati all’interno del "3° Report Mismatch 2024" di Cna Toscana Centro che si basa sui dati dell’indagine FuturArti condotta con Cna regionale. Un evento al quale hanno partecipato il presidente Claudio Bettazzi, Chiara Nencioni dell’associazione di categoria e Giacomo Buonomini, responsabile politiche formative Cna Toscana Centro mentre le conclusioni sono state affidate, da remoto, all’assessora regionale a istruzione, formazione e lavoro Alessandra Nardini.

Una indagine che ha come campione 289 aziende associate (prevalentemente medio-piccole) fra Prato e Pistoia con l’aggiunta di 321 studenti delle due province. Oltre all’aumento dei posti di lavoro, seimila in tutto, la metà delle 289 aziende interrogate dice di aver già effettuato almeno un’assunzione nel corso del nuovo anno. Il mercato del lavoro, poi, propone una richiesta di stranieri che per la nostra provincia è del 15,3% ma, soprattutto, porte aperte per chi prende il diploma di scuola superiore che, però, si porta dietro difficoltà di inserimento. Nella nostra provincia, a giugno 2023 si sono registrati circa duemila diplomati da studi tecnici e professionali: di questi, soltanto il 25% ha deciso di entrare subito nel mondo produttivo manifatturiero mentre il 55% ha deciso di proseguire con un percorso universitario.

Dal lato imprenditoriale, invece, c’è uno scoglio che appare abbastanza duro da superare ed è quello del ricambio generazionale che si scontra, da un lato, con la mancanza di giovani pronti a guidare aziende e dall’altro dalla volontà delle vecchie generazioni di farsi da parte. Un problema difficile per il 65,5% degli imprenditori ma che, a detta di quest’ultimi, può essere superato. Nel rapporto si fa riferimento anche a quelle che sono le richieste che Cna Toscana lancia al mondo della politica e delle istituzioni per il comparto manifatturiero. Fra queste c’è sicuramente un diverso approccio verso l’immigrazione, in quanto i dati mettono in evidenza come la gestione del fenomeno non è funzionale per supportare la forza-lavoro. In provincia i flussi sono cresciuti e, di conseguenza, ci sono più stranieri nelle scuole e nuove opportunità occupazionali ma senza dare gli strumenti giusti per la corretta integrazione. Un altro aspetto saliente è quello dei cosiddetti "Neet", ovvero i giovani fuori dal mondo del lavoro e da parte di Cna viene registrata con favore l’uscita del bando "Talenti in azione". Sulla formazione ITS, invece, viene denunciato come appaiano deboli le dotazioni laboratoriali, la stabilità della programmazione pluriennale e un’adeguata identificazione nell’ambito del sistema scolastico e universitario ma, su questo fronte, l’arrivo degli stanziamenti di fondi da Pnrr sembra indirizzare tutti quanti nella giusta direzione.

Saverio Melegari