L’input è chiaro: chiudere – e si chiuderà, questa pare ormai molto più che un’impressione – l’accordo con l’Università di Firenze, per portare a Pistoia una sede secondaria dei corsi di studi, mettendo in dialogo diretto l’università pistoiese che sarà con due realtà strumentali affini, ovvero Uniser e Gea. In cima alla "wishlist" di mandato del neo eletto presidente della Fondazione Caript Luca Gori c’è questo. Una chiara impronta professionale, vista la storia personale e professionale dello stesso Gori, che si è formato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dove insegna diritto pubblico, ma anche una volontà d’indirizzo che dimostra altro: investire nella comunità del futuro, ma anche nel presente, a partire da una generazione che fino a oggi ha partecipato forse marginalmente alla vita di comunità.
"Avverto il dato oggettivo della mia età, 41 anni, come elemento positivo – ha detto –. Vorrei coinvolgere uomini e donne della mia generazione e questo non in un’ottica di ‘rottamazione’ bensì di arricchimento di un altro tipo di patrimonio, quello umano".
La giornata di ieri, servita a presentare alla stampa il nuovo presidente (di fatto in carica dal prossimo primo luglio), è stata utile anche a tracciare il percorso che sarà nei prossimi quattro anni, alla guida di una delle fondazioni di origini bancarie più in salute d’Italia, la cui presenza in città si è spesso rivelata determinante per sostenere un ventaglio vastissimo di iniziative che guardassero al sociale, al culturale, agli ambiti formativi, di ricerca ed economici.
"Nel programma di mandato che ho sottoposto al consiglio ho voluto sottolineare quel che intendo essere il ruolo della Fondazione: un soggetto garante della solidarietà, capace di leggere bisogni, attese e speranze della comunità. Vorrei che la Fondazione sollecitasse per prima le domande, pur nella consapevolezza di non poter essere onnipotente. C’è poi la questione della sussidiarietà, perché si possano costruire partenariati ad alta efficacia. In questo senso – ha osservato Luca Gori – esempi calzanti sono il Masterplan della Valdinievole e il progetto dell’Università a Pistoia.
"Questo è un luogo in cui si costruiscono alleanze. Occorre leggere attentamente la realtà, guardare cosa le comunità chiedono, ricordando le specificità di ogni area, esaltandole e mettendole in dialogo con ciò che le circonda, essendo il nostro un territorio ‘cerniera’, geograficamente parlando". Ecco che a questo proposito trova spazio anche un ragionamento che guarda alla Montagna, per la quale garantire "qualità della vita, cura, sanità e sociale".
Gori definisce poi "asse strategico" di programma il progetto dell’Università a Pistoia per il quale garantisce un "impegno forte", che potrebbe portare frutti concreti già entro l’anno in corso.
"Cercheremo, su questo tema, di dare una svolta, ridefinendo necessariamente le missioni di Uniser e Gea. Quest’ultima in particolare già ha una sua vocazione a partire dal parco che diverrà snodo dell’area urbana". Progredisce, e continuerà a progredire, anche il Masterplan della Valdinievole, il maxi progetto che mette insieme più comuni in una chiave di valorizzazione e armonizzazione turistica, per il quale al momento si sta lavorando per la sottoscrizione di un "protocollo tra enti locali e Regione".
Significativo, garantisce Gori, sarà anche l’impegno in ambito sociale, forte di quella esperienza consolidata che lo stesso presidente ha maturato nel settore in diverse realtà e a più livelli (tra le quali la pistoiese Maic), così come in ambito culturale dove è garantito il proseguire della "marcia" ingranata da Pistoia Musei.
"Quel che è stato fatto fino a oggi è un lavoro di grande qualità, capace di identificare la città ben oltre i nostri confini – ha proseguito Gori –. Vorrei creare mobilitazione attorno a questa realtà, portare dentro quest’ambito museale attività che guardano alla formazione, alla ricerca. Vorrei insomma che questo luogo e questa esperienza si mettessero a disposizione come esempio perfetto di polo capace di guardarsi intorno a dialogare con il territorio".
Altra partita dei prossimi mesi sarà poi quella del rinnovo degli organi della Fondazione, consiglio generale oltre che cda, per i quali il presidente ha già annunciato una apertura "in un’ottica di parità di genere e una diversità in tema di provenienza". "L’unanimità con la quale la Fondazione è arrivata alla designazione di Gori – ha detto il presidente uscente Lorenzo Zogheri con gratitudine verso chi con lui ha lavorato durante il mandato – è fondamentale oltre che per niente scontata. Un’unanimità che ha caratterizzato anche gli ultimi quattro anni di vita della Fondazione. Per questo esprimo un sincero ringraziamento".
linda meoni