"Il distretto dei fiori sta lottando Ma il grande caldo frena gli affari"

Coldiretti: "Si stanno rivelando decisivi gli investimenti lungimiranti, per ora le aziende di Pescia resistono. C’è però un rallentamento nella domanda complessiva. Dobbiamo uscire da questo circolo pericoloso"

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Non solo la siccità imperante: a mettere in grosse difficoltà i coltivatori di fiori e piante dell’area pesciatina ci sono anche le alte temperature, che da fine maggio in poi sono state costantemente oltre le medie del periodo. Una lunghissima fase calda che si è tradotta non solo con picchi di 40 gradi al pomeriggio, ma soprattutto con una serie ininterrotta di massime over 35 che hanno fortemente stressato piante e fiori in serra, diventate simili a delle fornaci che via via hanno accumulato calore giorno dopo giorno. La siccità ha fatto il resto: a Pescia e dintorni stanno soffrendo fortemente la mancanza di pioggia le coltivazioni di mais e girasoli, ma soffrono anche uliveti, vigneti e gli ortaggi stanno registrando rese meno rilevanti a causa delle mancanza dell’acqua. E poi c’è il comparto floricolo, quello legato ai fiori ornamentali, una delle eccellenze di Pescia che fortunatamente sta reggendo meglio di altri l’impatto con la siccità: in questo settore le conseguenze sono pesanti ma ancora non disastrose, frutto di una serie di interventi sugli impianti di irrigazioni per minimizzare prolungate fasi di siccità come quella che stiamo vivendo.

"A causa del gran caldo e della siccità – commenta Maurizio Procissi, segretario di zona della Coldiretti – viviamo una situazione complessa ma resistiamo. Nel settore floricolo, essendo l’attività tutta in serra, le conseguenze della mancanza di piogge sono in parte mitigate, ma le alte temperature rallentano la crescita dei fiori. E, con queste temperature, possiamo fare ben poco per abbassarle nelle serre".

Un minimo di sollievo arriverà verso fine mese, quando l’allungamento delle ore di buio causato dall’avanzamento stagionale, permetterà alle serre di smaltire un po’ più calore rispetto ai mesi di giugno e luglio, dove le notti sono più brevi. Buona parte d’agosto, però, sarà ancora una sofferenza.

"Sulla siccità, invece, abbiamo in parte ‘parato il colpo’: sia nei vivai ornamentali, sia nei vivai olivicoli – prosegue Procissi –, ci sono stati investimenti lungimiranti. Molte aziende, negli anni passati, hanno investito in impianti d’irrigazione goccia a goccia, oltre ad ottimizzare l’uso dell’acqua, permettendo di limitare le conseguenze della siccità. Chi ha problemi di irrigazione si è già affidato ad autobotti in alcuni campi, cosa che prima però avveniva solo ad estate inoltrata, mentre qui in alcuni casi sono partiti già a giugno con questo tipo di interventi". Come se non bastasse, il caldo si riflette anche nei consumi. "Se a livello di produzione le conseguenze sono state limitate – conclude Procissi –, il gran caldo ha anche frenato i consumi di fiori. Ci troviamo, insomma, al centro di un brutto circolo vizioso da cui speriamo di uscire al più presto".

Francesco Storai