
Quando la voglia di mettersi in gioco vince in barba a una rinnovata crisi che ha colpito duro: c’è chi ha voglia lo stesso di rincorrere un sogno che aveva da tempo, di rimboccarsi le maniche e aprire una nuova attività commerciale in città. In viale Adua, nelle ultime settimane, due nuove negozi hanno aperto i battenti: uno di ortofrutta e alimentari, e un bar con punto pranzo. Il primo è gestito da Antonion Plaka, che insieme alla sua famiglia, è molto conosciuto in città perché da 23 anni i Plaka si dedicano alla vendita di frutta e verdura. Antonion ha sempre fatto questo lavoro con passione e sacrificio, prima con la famiglia e poi con il suo banco vicino allo svincolo della superstrada per lo zoo. Ma voleva aprire un suo negozio e in un posto preciso. Da tempo teneva d’occhio un fondo sfitto in viale Adua. "Le sfide mi piacciono e ho lavorato per avere qui il mio negozio – racconta – i tempi erano maturi per fare questa scelta e così ho deciso: apro. E lo volevo in questa zona, perché qui conoscono la mia professionalità, ma soprattutto per portare nuova aria al quartiere. Certo fare una scelta così di questi tempi è difficile, ma ho pensato anche al futuro. Insieme a me lavorano altre cinque persone e mia moglie. L’attenzione verso di loro mi ha fatto pensare al negozio. Abbiamo passato anni al freddo e alle intemperie, era il momento di stare sotto un tetto. E poi ci sono le mie bambine, oggi piccole, ma se vorranno, avranno un’ attività dove lavorare". Il progetto di Antonion va oltre l’ortofrutta e si spinge anche agli alimentari nostrani, anche della montagna".
E sulla qualità punta anche Francesco Pagnini, che con sua moglie Elisabetta, ha aperto il locale ’Adua 66’ in posizione strategica, vicino a scuole e uffici: "Offriamo ottimi prodotti per le colazioni, ma abbiamo un cuoco in cucina che prepara anche la pasta fresca per i pranzi. Perché anche la pausa da lavoro vogliamo che sia di qualità. Dovevamo aprire il 16 marzo ma poi è arrivato il lockdown – spiega – e quindi l’inaugurazione è slittata al 2 giugno. Da quando è nato nostro figlio avevamo in mente di metterci in proprio. Entrambi veniamo da lavori al pubblico e volevamo un locale solo nostro con un’offerta che alzasse l’asticella della qualità. La sfida è importante e lo è anche se la zona ancora purtroppo non è a pieno regime. Ma poco importa, ci stiamo facendo conoscere per la qualità dei prodotti e i clienti tornano".
Gabriele Acerboni