
Sotto accusa De Simone, Jace, Gammieri (padre e figlio) e Vecchione. I reati: fatture false, crediti fiscali inesistenti e appropriazione indebita. Il club usato come ’mezzo’: i dettagli dell’operazione delle Fiamme Gialle. .
di Alessandro BenigniPISTOIANon si ferma la scia di problemi giudiziari per i protagonisti dell’ultima sciagurata gestione dell’Us Pistoiese 1921. Maurizio De Simone, ex ’patron’ della Pistoiese e garante del Trust Orange; Matilda Jace, allora presidente ’fittizia’ e rappresentante legale dell’Us; Alessandro Gammieri, avvocato ed ex amministratore unico del club; il padre Antonio Gammieri, commercialista; Omar Vecchione, allora amministratore della Omav: sono questi i cinque indagati per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture false, compensazione di crediti fiscali inesistenti e appropriazione indebita. Nei loro confronti sono stati disposti sequestri per circa un milione e settecentomila euro.
L’operazione è stata brillantemente condotta dai militari della Guardia di Finanza di Pistoia e dalla sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pistoia, che nella mattinata di lunedì hanno dato esecuzione a questo maxi-sequestro preventivo nei confronti della pregressa dirigenza, di fatto e di diritto, della squadra di calcio cittadina. Già sequestrati beni, in particolare, per circa 500mila euro: si tratta di due immobili (uno a Napoli, l’altro a Cosenza) e di un auto di lusso. Bloccati anche i conti correnti dei cinque indagati, in attesa della verifica delle relative disponibilità economiche.
Le complesse indagini delegate dalla Procura e vagliate dal Gip, consistite in acquisizioni documentali, escussioni testimoniali, mirati accertamenti economico-patrimoniali, anche e soprattutto bancari, hanno documentato un articolato sistema di frode, posto in essere da "due imprenditori e due professionisti, tutti di origine campana, nonché una ’testa di legno’ di nazionalità albanese", si legge nella nota diffusa dalle Fiamme Gialle. Il questo contesto, la Pistoiese sarebbe stata strumentalmente utilizzata per l’utilizzo e l’emissione di fatture false, di qui le contestazioni provvisorie di bancarotta fraudolenta, nonché compensazione di crediti fiscali inesistenti e appropriazione indebita. A tirare le fila del meccanismo criminale c’era Maurizio De Simone, coadiuvato da Antonio Gammieri e dal figlio Alessandro, nonché dall’ex calciatore avellinese Omar Vecchione. Tutti volti già noti nel mondo del pallone. "Una passione, quella per il calcio – scrive ancora la Gdf –, tutt’altro che conforme alle regole".
Nel dettaglio, si parla di quasi 900mila euro di costi mai sostenuti, attraverso l’utilizzo di fatture false emesse dalla già citata Omav che, al contempo, pagava le gonfiate fatture mascherate da contratti di sponsorizzazione, con la cessione di circa 500mila euro di crediti d’imposta fittizi; esposizione in bilancio di una perdita inferiore al reale; distrazione di somme dal patrimonio societario per importi indebitamenti percepiti a titolo di compenso e persino l’appropriazione indebita di autovetture di una società di leasing. Per questi motivi, sotto il coordinamento della Procura di Pistoia, sono scattate le perquisizioni domiciliari e i provvedimenti di sequestro di disponibilità economiche e possidenze mobiliari ed immobiliari, emessi dal Gip per un ammontare complessivo di circa un milione e settecentomila euro.
Maurizio De Simone, in particolare, si trova in carcere ad Avellino dal marzo scorso nell’ambito dell’indagine per un giro di fittizi crediti d’imposta per oltre trenta milioni di euro per lavori edilizi, mai eseguiti legati all’accesso al bonus facciate. Nella stessa vicenda giudiziaria sono implicati anche Omar Vecchione (che si trova agli arresti domiciliari) e Antonio Gammieri.