
Danilo Bonacchi con la quercia monumentale dedicata a Pistoia e al suo campanile
Pistoia, 2 novembre 2019 - Il tempo, quello che passa e quello che fa, decide una buona parte del tutto. Il resto lo fanno sguardo attento e intuito forse innato, quelle stesse caratteristiche d’aiuto a immaginare che dietro una particolare striatura di una foglia o una diversa venatura del fusto dell’albero o chissà che altra peculiarità diversa dall’abitudine possa nascondersi una nuova specie d’albero o di pianta. La pazienza e lo spirito di osservazione qui alla ditta vivaistica Bonacchi Giuseppe di San Pierino Casa al Vescovo sono faccende entrambe ormai scontate. Lo sa bene il suo titolare, Danilo Bonacchi, ibridatore prima per passione che per lavoro, iniziato a questa pratica ormai quarant’anni fa, quando sperimentare, provare e, appunto, ibridare, non erano pratiche poi così diffuse.
“Anche perché – precisa lui – dedicarsi a questo richiede dedizione e tempo, ma prima di tutto passione: succede infatti che provi e riprovi a ibridare nuove varietà, investi tanto tempo, anche più di un decennio, e rischi poi di non raggiungere nessun obiettivo. Ecco perché in tanti anni che mi dedico all’ibridazione le varietà poi finite in commercio sono una dozzina. Questo dà il senso del tempo e della passione che serve. Nient’altro può muoverti se non quella, la passione”. Il primo impulso in azienda arriva da lui, che a passo sicuro e fiero ci racconta cosa nasce tra i filari, ma a seguire le coltivazioni e i processi di impianto ci sono anche la figlia Agnese e Antonio Melani, giovani spalle del vivaio. Ibridazione, selezione e riproduzione: di questo si occupa la Bonacchi, con risultati di evidente successo, celebrati sulle principali riviste del settore.
Un capitolo assai corposo lo occupano le magnolie, una delle quali porta il nome dell’altra figlia, Silvia, ibridata negli anni Ottanta e con una speciale caratteristica: quando sente la pioggia si ritrae chiudendo i tepali e proteggendo così l’ovario dalle intemperie. “Per ottenere questa varietà ad esempio – illustra Danilo – ci sono voluti sette anni, ma si può arrivare in qualche caso anche a 15”. Un’altra varietà particolare, di cui al mondo esistono due esemplari – uno al vivaio Bonacchi, l’altro in Francia, in un’abitazione di un amatore privato – è il Cornus x Controversa Bonacchiensis, arbusto di piccola taglia ma di grandissima bellezza, mentre un’altra pianta unica “made in Bonacchi” è la Quercus Coccinea Campanile, così detta perché il suo portamento la fa assomigliare a una torre, o meglio a un campanile, nella fattispecie proprio quello pistoiese.
A benedire il nome prescelto ci ha pensato anche la International Oak Society, associazione internazionale dedita allo studio delle querce di tutto il mondo, mentre a darle nuova forma ci ha pensato il maestro orafo pistoiese Paolo Gavazzi che sta lavorando proprio in questo periodo a un bracciale “assai pistoiese”, alle cui estremità si trovano rispettivamente il campanile di piazza del Duomo da un lato e la foglia della Quercus Coccinea dall’altro.

“Questa particolare quercia è nata nel ‘75 – conclude Bonacchi –. Oggi la ‘madre’ è un albero monumentale, dal portamento fiero, che ha uno sviluppo tutto verticale che non somiglia affatto alle querce tradizionali e che trova casa qui nel vivaio, mentre i ‘figli’ continuano a crescere, pronti alla commercializzazione, come alcuni che partiranno presto per la Svizzera. Quello dell’ibridazione è un percorso pieno di incognite, ma che soddisfazione poi poter apprezzare i frutti di un così appassionante lavoro”.