REDAZIONE PISTOIA

I sostenitori di Biancalani scrivono: "Rinasceremo altre cento volte". La Cgil denuncia: "Propaganda"

La lettera firmata dai volontari: "Se la sono presa con i più fragili, gli ultimi"

Le operazioni di chiusura della struttura (fotoservizio Acerboni/fotoCastellani)

Le operazioni di chiusura della struttura (fotoservizio Acerboni/fotoCastellani)

"A Pistoia, il primo luglio del 2025 sarà ricordato come il giorno della vergogna delle istituzioni, sia civili che religiose". Inizia così la lettera a firma dei volontari di Vicofaro: Annamaria Argentaro, Daniela Banchini, Paolo Bongiovanni, Enrico Campolmi, Martina Chiti, Antonio Fiorentino, Giovanni Ginetti, Isabella Pratesi, Sandra Torrigiani. "A un manipolo di una ventina di tutori dell’ordine – si legge nel comunicato – è stato ordinato di dare l’assalto alla struttura di Vicofaro per liberarla della presenza ingombrante degli ultimi sei ospiti del centro, i più fragili, i più bisognosi di cure e contatti umani significativi, i più affezionati a quella che hanno considerato come la propria casa. Viste le gravi fragilità personali in questione, avremmo desiderato l’intervento di operatori sanitari, psicologi e dello stesso don Massimo Biancalani per rassicurarli e favorire il loro ricollocamento in strutture adeguate. Marziani in assetto di guerra, invece, li hanno affrontati diffondendo il panico. Certo, le condizioni dell’ospitalità sono andate sempre più peggiorando visto l’alto numero degli ospiti e la ristrettezza degli spazi e dei servizi. La ristrutturazione dei locali era diventata ineludibile. Perché è stato necessario far incancrenire l’esperienza di Vicofaro e non intervenire per tempo? Forse ora sono in gioco carriere politiche, ecclesiastiche ed elezioni che hanno agito da detonatore di questa situazione? Una cosa è certa. Nel giro di poche settimane sono state messe a disposizione circa otto sedi per il ricollocamento dei ragazzi, mentre fino a ieri c’era il deserto".

Poi un accenno al futuro e l’annuncio che il progetto Vicofaro andrà avanti. "Hanno chiuso i locali, hanno sigillato gli ingressi, ma non hanno potuto sigillare i cuori di tutti coloro che hanno dato vita all’esperienza di Vicofaro, a partire da don Massimo a tutti i volontari e a coloro che in tutta Italia hanno visto in questo centro di accoglienza un modello di umanità. Da oggi Vicofaro si moltiplica per dieci, per cento e oltre, si moltiplica nella presenza dei ragazzi ospitati e ricollocati nelle varie sedi, nello spirito e nell’azione dei volontari, degli accompagnatori, degli insegnanti, dei sanitari che sempre sono stati al fianco dei ragazzi e che si faranno promotori di altre 10, 100, 1000 Vicofaro".

Sulla chiusura del centro interviene anche la Spi Cgil: "Non era possibile arrivare allo svuotamento della struttura senza la sceneggiata, una pagina vergognosa, quella della ’carica’ ai sei ospiti rimasti, quelli più fragili. Che figura avrebbe fatto il Ministero dei blocchi navali se non fosse intervenuto con forza, se non avesse mostrato attivo alla stampa il dispiegamento di forze che da giorni stazionava davanti alla parrocchia? Avrebbero dovuto ammettere che solo la diocesi, senza armi in pugno, aveva già risolto il problema? È un regalo a Salvini che aspetta da anni la sua vendetta personale e alle frange più radicali di un elettorato razzista e xenofobo. Denunciamo con forza tutta la nostra indignazione per un atto di pura propaganda".