REDAZIONE PISTOIA

Hitachi Rail, la battaglia dell’indotto "Vogliamo stessi diritti e salario"

Ieri l’assemblea per sollecitare un confronto con l’azienda. Calosi (Fiom): "Siamo pronti a scioperare"

Hitachi Rail, la battaglia dell’indotto "Vogliamo stessi diritti e salario"

di Francesco Storai

"Sembrerà una banalità, ma non lo è affatto: il diritto a riunirsi in assemblea per parlare dei loro problemi deve essere garantito a tutti i lavoratori, dipendenti diretti e non. Finalmente il tribunale lo ha sancito". Commenta così Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, Prato e Pistoia, la prima assemblea dei lavoratori delle ditte esterne di Hitachi tenutasi ieri mattina all’interno della mensa dello stabilimento in via Ciliegiole: circa un centinaio i dipendenti del cosiddetto "incentrato" che si sono riuniti insieme a Calosi e agli altri delegati Fiom, per parlare della loro attuale situazione. Una prima assemblea a modo sua storica, dopo il "niet" dell’azienda nel febbraio scorso quando venne negato alla Fiom la possibilità di svolgere l’assemblea dei lavoratori dipendenti delle imprese in appalto nei locali della mensa. Una decisione dichiarata "illegittima" dal Tribunale del lavoro che ha portato, ieri, alla tanto attesa assemblea.

"Un primo diritto è stato raggiunto, ma le questioni non sono affatto finite, anzi – commenta Calosi – : la vicenda dell’incentrato coinvolge oltre cinquecento lavoratori che quotidianamente lavorano dentro Hitachi Rail. Persone che lavorano gomito a gomito con i dipendenti diretti di Hitachi ma con salari, benefit e diritti ben diversi. Noi, come sindacato, puntiamo ad appianare questa differenza di diritti. Il nostro obiettivo è di portare avanti un confronto con l’azienda, partendo dalla richiesta di farci dire da Hitachi quale sono le attività lavorative per le quali, già da ora, questi lavoratori esterni possono essere assunti direttamente dall’azienda centrale. Non abbiamo promesso a tutti i lavoratori esterni che verranno assunti, ma per alcuni questa possibilità dovrebbe essere data. Dall’azienda ci attendiamo l’apertura di un dialogo a cui, fino adesso, si è negata. Noi però insistiamo e continuiamo a cercare un dialogo e all’apertura di un tavolo di confronto fra le parti".

Nel caso non arrivassero risposte dall’azienda, le possibilità di uno sciopero generale si fanno sempre più concrete. "Noi non cerchiamo lo scontro o lo sciopero – chiosa Calosi –, ma se non arriverà apertura al dialogo siamo pronti a chiedere la mobilitazione anche della altre sigle sindacali per arrivare, se necessario, allo sciopero generale dei metalmeccanici di Firenze, Prato e Pistoia, con manifestazione di piazza in città". Quella città, Pistoia, che ospita lo stabilimento Hitachi con il numero più alto di ore di lavoro assegnato all’incentrato. "Anche di questo vorremo capire il perché – prosegue Calosi facendo il punto della situazione in rapporto anche agli ’altri’ –, qui nello stabilimento pistoiese le ore di lavoro dell’incentrato sono molte più che altrove. È pura matematica. Nonostante questo, diritti e salari tra lavoratori e dipendenti e non di Hitachi continuano ad essere estremamente diversi. Quello del divieto a fare assemblee in sede è solo un esempio, ma ce ne sono altre, anche di tipo economico. Hitachi è una grande azienda che al suo interno ha una grande tradizione consolidata di sindacato. Adesso mettiamoci al tavolo, sindacati e azienda, e discutiamo di come cambiare questa situazione ormai fuori dal tempo".