REDAZIONE PISTOIA

Hitachi rail e Sts, c’è il via libera alla fusione

Si completa il processo annunciato nel 2015. I sindacati: "L’azienda ha garantito che non ci saranno ripercussioni sull’occupazione"

Si avvicina l’ultimo passo verso la società unica fra Hitachi rail e Sts. E’ il compimento del piano che venne annunciato già nel 2015 con l’acquisto delle due società Finmeccanica, AnsaldoBreda e AnsaldoSts, da parte del colosso giapponese. Sarà l’azienda con sede a Genova, attiva nel settore del segnalamento ferroviario, a incorporare la realtà pistoiese-napoletana della produzione dei treni. Passaggio quasi scontato data la proporzione fra le due realtà: quasi 4mila dipendenti Sts, ex gioiellino di casa Finmeccanica, a fronte dei circa 2mila di Hitachi rail. L’incorporazione vale anche per tutte le società collegate di entrambe le aziende. Come spiegato ai sindacati metalmeccanici nell’incontro che si è tenuto giovedì a Roma, il motivo principale per il quale sarà Sts ad incorporare Rail sarebbe la continuità del business: sarà indispensabile - riferiscono Fim, Fiom e Uilm nazionali al termine dell’incontro - che vengano mantenute alcune concessioni governative, che soltanto Sts possiede - soprattutto per il buon fine delle gare già in atto. Preoccupazioni accompagnano l’operazione, perché si temono possibili ricadute occupazionali negli stabilimenti di Pistoia e Napoli che al momento però sembrano escluse.

Nel 2015, al momento dell’arrivo di Hitachi, si parlò di tre anni per la fusione. Il passaggio è stato invece più lungo del previsto anche a causa del braccio di ferro giudiziario fra i giapponesi e un fondo d’investimento americano che deteneva un pacchetto azionario di Sts. Rimosso l’ostacolo, la società amministrata per conto della multinazionale dall’inglese Andrew Barr adesso porterà a termine l’operazione, che la stessa società esclude possa avere ripercussioni occupazionali sfavorevoli. "L’azienda, su nostre sollecitazioni, ha evidenziato che tale integrazione non prevede né esuberi né sovrapposizioni e che l’organizzazione rimarrà la stessa", garantiscono Fim, Fiom e Uilm. Ad oggi non è stato deciso ancora dove sarà collocata la sede legale, Il nome dell’azienda integrata e il cda verranno comunicati in via definitiva prossimamente.

"Abbiamo ribadito che, unitamente ai temi di carattere normativo e gestionale che saranno oggetto del confronto, diventa centrale per il futuro dei lavoratori e dei siti italiani conoscere i contenuti del piano industriale che sarà messo a punto e che potrà esplicitare in modo chiaro il futuro industriale, le sinergie e la missione dei siti", sottolineano i sindacati. In calendario, a febbraio, ci sono adesso alcuni incontri fra proprietà e organizzazioni dei lavoratori.

Intanto, però, il processo si apre con la dura presa di posizione della Uglm che lamenta l’esclusione e "la scarsa trasparenza dell’azienda. Non è certo questo il modo più corretto di tenere le relazioni sindacali, distinguendo fra figli e figliastri. Anzi, sembra si tratti di condotta antisindacale", attacca il segretario Tiziano Fabbri.

re.pt.