DAVIDE COSTA
Cronaca

Viaggio dentro l'Hitachi, il capolinea del mondo

I nuovi treni e gli investimenti

L'Hitachi di Pistoia (foto Luca Castellani)

Pistoia, 25 novembre 2016 - La cosa che balza subito agli occhi è la pulizia. Più che uno stabilimento dove si costruiscono treni sembra una fabbrica di oggetti di alta precisione. C’è meno polvere in terra nel reparto carpenteria che in un qualunque garage. Operai che puliscono la propria postazione una volta finito di lavorare, donne delle pulizie all’opera senza sosta, cestini vuoti, materiali di consumo in ordine, pochissimi muletti a giro.

E’ una sorpresa lo stabilimento Hitachi Rail Italy che nei giorni scorsi ha aperto le sue porte a La Nazione. L’impronta del management si sente, eccome. Così come l’orgoglio di essersi rialzati e di appartenere a una realtà che ha finalmente smesso di vivacchiare e punta a tutta velocità (è proprio il caso di dirlo, visto che ci troviamo a pochi metri da un Etr100 nuovo di zecca) verso il futuro. Un processo di efficientamento, quello della fabbrica di via Ciliegiole, iniziato nel 2012 e che ha proseguito nella sua straordinaria accelerazione a partire dal 2 novembre 2015, quando lo stabilimento è passato nelle mani del colosso nipponico Hitachi attraverso la controllata Hitachi Rail Italy.

«Negli ultimi quattro anni – spiega con orgoglio il direttore dello stabilimento, Rosario Falanga – il nostro livello di efficienza oraria è passato da 0,34 a 0,86: un risultato straordinario che abbiamo potuto raggiungere soltanto grazie alla collaborazione di tutti». E lo dice mentre, all’interno della nuovissima sala prove, inaugurata poche settimane fa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, spiega le misure di sicurezza adottate nella struttura, volte ad abbattere ulteriormente i 2,2 infortuni ogni 200mila ore di lavoro.

«Erano 4,6 nel 2014 ma questo risultato non ci basta ancora – prosegue Falanga –. L’obiettivo è zero».

Il cuore dello stabilimento è il capannone dove vengono effettivamente costruiti i treni: tutto è ordinato, pulito, verniciato in giallo e blu. Visitiamo il reparto «carpenteria leggera» dove sono in produzione i treni della «Metro Leonardo» di Milano. Ci sono due operai intenti a saldare: movimenti lenti, massima precisione. Sembra di entrare nel laboratorio di un orafo. Cambiamo corsia e costeggiamo la linea di produzione dei treni Vivalto: verrà smantellata entro il prossimo mese di maggio. Ma non resterà vuota a lungo: è qui che verrà costruito il nuovo Caravaggio, fiore all’occhiello di Hitachi Rail Italy e vincitore della maxi commessa di Trenitalia da 2,6 miliardi di euro che garantirà per anni un futuro a questa fabbrica e ai suoi operai.

Pochi metri e, dal trasporto regionale, passiamo all’alta velocità: anche la commessa dell’Etr1000 si avvia alla conclusione: in quattro anni qui si sono alternate 400 persone e tra progettazione e realizzazione sono due milioni e mezzo le ore di lavoro impiegate. Nemmeno il tempo di salutare il muso rosso dell’ultimo Etr1000 che presto verrà allestita la linea di produzione dei convogli inglesi «West of England». «Un motivo di grande soddisfazione per noi – commenta Falanga – perché si tratta di una commessa vinta dalla nostra capofila Hitachi e ‘girata’ aullo stabilimento di Pistoia proprio in virtù della qualità che i nostri operai hanno dimostrato di poter garantire. I tempi bui, per fortuna, sono finiti. E non lo dico io: lo dicono i mercati, lo dicono i nostri clienti. E lo dicono gli operai, che sono di nuovo orgogliosi della loro fabbrica».