Gruppo di pellegrini in Galilea. Fiato sospeso per don Cristiano e per il presidente della Misericordia

La comitiva di 40 persone, guidata dal vicario della Diocesi, è atterrata sabato a Tel Aviv. Franco Benesperi e moglie rassicurano: "Preoccupati, ma stiamo bene. Presto il ritorno". .

Gruppo di pellegrini in Galilea. Fiato sospeso per don Cristiano e per il presidente della Misericordia
Gruppo di pellegrini in Galilea. Fiato sospeso per don Cristiano e per il presidente della Misericordia

di Piera Salvi

PISTOIA

C’è apprensione per tre pistoiesi che si trovano in questi giorni in Israele. Si tratta di monsignor Cristiano D’Angelo, vicario generale della diocesi di Pistoia e parroco di Bonistallo, nel comune di Poggio a Caiano; e del presidente della Misericordia di Agliana, Franco Benesperi con la moglie Patrizia, entrambi residenti ad Agliana. Ma loro tranquillizzano: "Siamo in Galilea, c’è preoccupazione per la situazione generale, ma qui la vita è normale". Riferiscono che la Galilea non è militarizzata e che persone e veicoli girano regolarmente come in ogni giornata qualsiasi.

Il gruppo, guidato da monsignor D’Angelo e composto da quarantasei persone, quasi tutte di Poggio a Caiano, è partito dall’aeroporto di Fiumicino la mattina di sabato 7 ottobre con la previsione di rientrare sabato 14 ottobre ma, vista la situazione, il gruppo dovrebbe rientrare in anticipo: il volo di rientro è previsto alle 4 di notte di mercoledì 11, da Tel Aviv all’aeroporto di Verona, invece che a Fiumicino come era previsto da programma. L’imbarco, sabato mattina a Fiumicino, con la compagnia di bandiera Ita (ex Alitalia) era avvenuto mentre già erano in corso i bombardamenti scatenati dall’attacco di Hamas su Israele.

"Abbiamo avuto notizia dei combattimenti sabato mattina mentre ci stavamo imbarcando – racconta Franco Benesperi – e, siccome il volo era confermato, il gruppo ha deciso di partire. Arrivati a Tel Aviv la situazione era tranquilla, ma la guida locale, anziché portarci a Betlemme, come da programma, ci ha portato a nord, a Nazareth, perché Betlemme è rischiosa essendo a grande maggioranza palestinese. Siamo ancora a nord – ci ha riferito ieri mattina il presidente della Misericordia di Agliana raggiunto telefonicamente da La Nazione –, nella regione della Galilea, qui la situazione è tranquilla e stiamo svolgendo il programma previsto: Monte Tabor, Nazareth, Cafarnao, lago di Tiberiade, Cana. Però di ora in ora decidiamo cosa fare e non sappiamo se potremo scendere verso sud, fino a Gerusalemme. Se poi l’agenzia riuscirà a organizzare un volo, il prima possibile, rientreremo in anticipo rispetto al previsto. Comunque, noi siamo molto tranquilli".

Nel pomeriggio di ieri il gruppo è partito regolarmente per Cana. "Lungo la strada abbiamo trovato alcuni carri armati, ma la nostra guida ci ha detto che è normale", ha raccontato Benesperi, confermando più tardi che tutto si era svolto regolarmente e che il gruppo stava rientrando in hotel.

"In albergo, a Nazareth – è ancora il racconto di Benesperi –, c’è solo il nostro gruppo e ci dicono che Gerusalemme è pressoché deserta". Oggi, 10 ottobre, è comunque in programma la partenza da Nazareth al mattino per recarsi a Gerusalemme, ma solo nella città vecchia, restando soltanto mezza giornata, anziché i due giorni previsti per una visita più approfondita della città, perché nella notte (alle quattro di mercoledì 11) è previsto il volo di rientro anticipato per tutto il gruppo, con arrivo a Verona, anziché Fiumicino. Il pellegrinaggio in Terra Santa dunque si interrompe.

"Sicuramente dovremo rinunciare a Seppora, a Betlemme, al fiume Giordano, a Gerusalemme dove staremo mezza giornata anziché due giorni – informa Benesperi –, però tutti siamo tranquilli, siete più preoccupati voi a casa. Anche i nostri cari sono sereni perché li aggiorniamo di ora in ora". Il gruppo è sempre rimasto in contatto con l’ambasciata italiana a Tel Aviv che, da quanto ci viene riferito, non vieta ai turisti di viaggiare in Israele, purché restino nella parte nord del Paese. I viaggi in Terra Santa sono un’esperienza particolare, anche perché colpisce come questa terra bellissima sia da sempre martoriata, ma sicuramente chi ha partecipato a questo pellegrinaggio resterà segnato da un’esperienza ancora più forte e singolare rafforzata anche dalla preghiera. Monsignor Cristiano D’Angelo, infatti, da quanto abbiamo appreso esorta alla preghiera, perché torni la pace, perché si fermi una guerra atroce, come tutte le guerre. Intanto ci sono due comunità, tra Pistoia e Prato, che si stringono nell’attesa che il gruppo – e con loro i tre amatissimi pistoiesi – facciano ritorno in patria. Al loro arrivo, desiderato con il cuore in gola, ogni paura potrà sciogliersi in un abbraccio più forte e caloroso che mai.