REDAZIONE PISTOIA

Gli dà appuntamento per parlare e lo uccide La confessione dopo essersi cambiato a casa

Simone Matteoni, fermato per l’omicidio del padre Massimiliano, in ospedale sotto choc. Ha guidato i militari nel bosco fino al cadavere

Un appuntamento per parlare, un’occasione, forse l’ennesima, per chiarire quel groviglio di non detti in cui spesso si trasformano i rapporti tra padre e figlio. Così, con questa scusa, Simone Matteoni avrebbe indotto il padre Massimiliano, 54 anni, meccanico e carrozziere, da anni separato dalla madre di lui e residente con la nuova compagna a Spianate (frazione di Altopascio, in provincia di Lucca), a presentarsi, nel tardo pomeriggio di domenica, all’appuntamento nel parcheggio della discoteca Don Carlos di Chiesina Uzzanese. Un appuntamento il cui esito il giovane, molto probabilmente, conosceva già, dal momento che si è presentato armato di un grosso coltello da cucina, col quale avrebbe inferto le ferite letali al padre. Il silenzio, il freddo e il buio, intorno: unico rumore, lo scorrere del fiume Pescia a due passi da loro. Difficile capire se Massimiliano Matteoni abbia avuto il tempo di comprendere che cosa gli stesse per accadere. Sarà l’esame autoptico a chiarire anche questo particolare e la dinamica dell’aggressione. Dopo aver ferito a morte il padre, al termine di un litigio, il figlio Simone lo avrebbe trascinato in macchina e portato nei boschi di Colle, a Campioni, dove avrebbe tentato di dar fuoco al cadavere, prima di abbandonarlo tra le sterpaglie, in un luogo impervio da raggiungere.

Poi, avrebbe avuto il tempo di tornare nella sua casa, di lavarsi e di cambiarsi, prima di presentarsi nella caserma dei carabinieri di Montecatini, per confessare l’omicidio. Così, pulito e senza tracce di sangue, qualche ora dopo, avrebbe reso la sua confessione davanti ai militari, non prima di disfarsi dell’arma del delitto, un grosso coltello da cucina. Una confessione scarna, pochi particolari. E sarebbe stato lui, Simone Matteoni, ad accompagnare gli inquirenti nel luogo in cui aveva abbandonato il cadavere del padre, in una scarpata, in fondo a un bosco fitto.

Le attività tecniche di riscontro alle dichiarazioni del giovane sono state condotte dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pistoia, altamente specializzati, sotto la direzione della Procura, sostituto procuratore Claudio Curreli. Al sopralluogo, che si è rivelato particolarmente impegnativo e difficoltoso a causa della complessità e dell’estensione della scena del crimine, ha preso parte anche il medico legale, dottor Giuliano Piliero, che ha eseguito un primo esame esterno sul corpo della vittima, mentre è fissata per questa mattina, nell’ospedale di Pistoia, l’autopsia a cui prenderà parte, oltre al dottor Piliero, anche il collega Paolo Venturi della Medicina Legale di Firenze.

All’alba di lunedì, dopo una notte passata in caserma, Simone Matteoni è stato accompagnato dai carabinieri, su disposizione dell’autorità giudiziaria, al pronto soccorso dell’ospedale di Pescia, per accertamenti, perché in stato di choc, e vi è rimasto per due ore, prima di essere trasferito all’ospedale di Pistoia, dove risulta ancora piantonato. L’interrogatorio di garanzia si svolgerà, con tutta probabilità, oggi. Diversi gli aspetti ancora da chiarire.

"La condizione del mio assistito è delicata – si è limitata a commentare l’avvocato Emanuela Motta, legale di Matteoni – E’ molto provato emotivamente, per quanto è accaduto. Questo è il momento del silenzio e del rispetto, anche in considerazione del dolore che in queste ore ha investito tutta la famiglia".

Martina Vacca