REDAZIONE PISTOIA

Floramiata, la Giorgio Tesi chiede l’arbitrato

L’azienda di Bottegone, con una quota di minoranza nella società senese, sollecita la chiarificazione delle controversie tra azionisti.

E’ partita la richiesta di arbitrato per dirimere le controversie

tra gli azionisti della Floramiata

di Piancastagnaio (Siena). A ricorrere all’arbitro la Tesi Group, l’azionista di minoranza. Il punto del contenzioso sta nella diversa organizzazione gestionale. Al posto di Marco Cappellini, amministratore delegato uscente, quattro ’mini amministratori’ con deleghe specifiche nei vari settori aziendali. Decisione questa, secondo la Tesi Group, che non trova alcun sostegno nello statuto della società. La richiesta di arbitrato è stata già comunicata agli altri azionisti.

Se l’arbitrato darà ragione al ricorrente, gli esiti dell’assemblea degli azionisti del 28 luglio verrebbero cancellati. Una crisi societaria di non poco conto, con aspetti che potrebbero avere negative ricadute anche sulla tenuta occupazionale. Non voci, ma ormai fatti concreti. Come la proposta di acquisto dell’intera società avanzata sempre dalla Tesi Group. Da registrare appunto la manifestazione d’interesse così come scritto nel comunicato diffuso dalla Tesi Group: "Per affezione nei riguardi della società – scrive l’azienda di Bottegone in una nota firmata dal legale rappresentante Fabrizio Tesi e dal direttore generale Marco Cappellini – ed estrema chiarezza nei confronti dei soci nostri compagni di avventura, la Società Agricola Giorgio Tesi Vivai s.s. ha manifestato loro di essere disponibile a rilevare tutte le loro quote ad un corrispettivo in grado di restituire e remunerare capitale investito e finanziamenti effettuati sino ad oggi. La proposta è rimasta priva di riscontro".

La Giorgio Tesi Vivai difende quindi la strategia adottata all’interno di Floramiata: "Tale scelta industriale è stata consapevole e fondata sul convincimento che, già nel medio termine, e nonostante periodi difficili come l’attuale, l’aver formato una squadra di lavoro unita, motivata e comptente avrebbe dimostrato la bontà di tale scelta imprenditoriale, i cui risultati non sono tardati ad arrivare fin dal primo anno di esercizio (l’azienda pistoiese è entrata in Floramiata 3 anni fa, ndr), nel quale – insiste il comunicato – Floramiata ha raggiunto i primi uli di bilancio, fino a conseguire, nell’ultimo bilancio approvato all’unanimità, i migliori risultati in termini di fatturato e di utili negli ultimi dieci anni".

A sua volta, in una nota la Flai-Cgil parla di "voci che creano apprensione fra i lavoratori che non sanno cosa aspettarsi dal futuro. Lo scenario è variegato. Si parla di vecchi soci che tendono ad escluderne un altro che ha il 26,5% di quote sociali, del sindaco di Piancastagnaio che sapeva già tutto un mese e mezzo prima, della proposta di acquisizione vera o presunta del socio estromesso delle quote dagli altri quattro soci facenti parte del nuovo pool societario. Tutto questo – si afferma ancora nella nota sindacale – dà da pensare. La realtà è, però che di nero su bianco c’è poco. Quindi prima di dare un qualsiasi giudizio come Flai Cgil attendiamo il momento in cui parleremo con i vertici nuovi di Floramiata, capiremo la posizione del socio estromesso".

Massimo Cherubini