Filmava le atlete nello spogliatoio. Allenatore squalificato per sei anni

Il tecnico di una società di pallavolo pistoiese aveva nascosto una telecamera in una scatola di merendine. Le ragazze, maggiorenni, se ne sono accorte e hanno chiamato immediatamente le forze dell’ordine.

Aveva nascosto una telecamera nello spogliatoio, con il chiaro intento di spiare e riprendere le ragazze, maggiorenni, della sua squadra in intimità. Questo il grave fatto che è costato a un allenatore pistoiese di pallavolo una squalifica di sei anni da parte del tribunale federale della Fipav, in attesa di eventuali risvolti sul fronte penale. La sentenza, pronunciata dal presidente della sezione Massimo Rosi, è arrivato a seguito del deferimento del tesserato "per aver, in violazione dei principi informatori di lealtà e correttezza, occultato all’interno dello spogliatoio della palestra un dispositivo di video registrazione, rinvenuto acceso dalle atlete tesserate, che si trovavano nel locale per cambiarsi in occasione di una programmata seduta di allenamento, allo scopo di riprendere le citate atlete sorprendendole nella loro intimità".

I fatti risalgono a febbraio scorso. L’allenatore, assistito dall’avvocato Giampaolo Borgioli, si è dichiarato pentito del gesto commesso e ha affermato che l’azione fosse finalizzata a capire cosa le atlete pensassero di lui. Il soggetto è stato immediatamente allontanato dalla società pistoiese per la quale lavorava, a sua volta parte lesa in questa brutta, bruttissima storia. Il procuratore federale Giorgio Guarnaschelli aveva inizialmente chiesto una sospensione di tre anni e sei mesi.

Più duro il pugno del tribunale federale, che ripercorre così i fatti: "Le atlete maggiorenni denuncianti hanno riferito che, mentre si trovavano nello spogliatoio, avevano notato vicino al termosifone una scatola di merendine al centro della quale spuntava un obiettivo. All’interno vi era una telecamera accesa e in fase di ripresa, avvolta da carta igienica". Sul posto sono immediatamente intervenute le forze dell’ordine, che hanno provveduto al sequestro della telecamera, ma anche del telefono e del computer dell’allenatore. Le versioni date dall’incolpato alle forze dell’ordine risultano discordanti. "In prima battuta ai carabinieri intervenuti ha detto che la telecamera era stata rubata – si legge nella sentenza –, poi ha dichiarato che era stata lasciata nello spogliatoio per la ricarica". Decisamente poco credibile. "Anche se non vi è prova che le immagini siano state diffuse, l’atto compiuto dall’incolpato ha una grave valenza disciplinare. Si tratta di una gravissima lesione all’intero mondo della pallavolo, alla sua credibilità e trasparenza. Le aggravanti contestate sono tutte sussistenti – concludono – ed è accertata la piena responsabilità dell’incolpato in ordine ai fatti a lui ascritti". È così scattata la maxi-squalifica fino al 2030.

albe