Una ferrovia che è un simbolo dell’unione tra i due versanti dell’Appennino spezzata in due. Stavolta non ci sono frane e o lavori a complicare i collegamenti lungo la Porrettana, ma un servizio ferroviario non ottimizzato negli orari e negli interscambi. Toscana ed Emilia-Romagna stanno mantenendo orari delle due semi-tratte Pistoia-Porretta Terme e Porretta Terme-Bologna Centrale senza corse in coincidenza tra i due versanti. In altre parole: i treni, per quanto pochi, ci sono, ma sono sostanzialmente inutili per coloro che intendono da Pistoia proseguire il loro viaggio oltre Porretta. Questi disservizi sono alla base di una petizione lanciata lo scorso febbraio, firmata da 148 cittadini e sostenuta anche dal Cai, Club Alpino Italiano di Bologna. La richiesta è chiara: rivedere gli orari dei treni dopo l’attivazione della nuova bretella per Pianoro e la conseguente rimodulazione delle corse. Una scelta che ha avuto un effetto collaterale pesante: le coincidenze verso la Toscana sono praticamente saltate, con gravi ricadute soprattutto per gli escursionisti e per chi abita o lavora nei territori dell’Appennino. "In pratica si è verificata un’interruzione dei collegamenti tra Bologna e Pistoia, con il conseguente isolamento della montagna pistoiese dal resto della circolazione ferroviaria", denunciano i promotori, che si sono rivolti formalmente alle Regioni Emilia-Romagna e Toscana, ai Comuni di Pistoia, Sambuca Pistoiese e Alto Reno Terme, oltre che alle aziende ferroviarie Trenitalia e Trenitalia-Tper. Finora, però, poco o nulla si è mosso. Alla prima Pec inviata il 17 febbraio ha fatto seguito una sola risposta dalla Regione Toscana, il 28 marzo, e poi un’altra da Trenitalia, datata 24 aprile. Dal versante emiliano-romagnolo invece, tutto tace. Il disagio, però, resta.
"Pochi ci hanno risposto – scrivono gli organizzatori in un aggiornamento pubblicato anche sul sito del Cai Bologna – e nessuno ha fornito indicazioni specifiche su possibili interventi". L’Appennino Tosco-Emiliano, insomma, rimane spaccato in due a livello ferroviario. Una condizione che non invoglia a utilizzare il trasporto su rotaia. Il timore è che questi disservizi stiano sacrificando l’equilibrio tra due territori storicamente connessi e che scoraggino l’utilizzo del treno. Non si tratta solo di turismo o di camminatori domenicali. "In gioco – sottolineano i promotori – c’è il diritto alla mobilità di chi vive in montagna. Non possiamo aspettarci che questi territori resistano, se li lasciamo senza collegamenti".
Francesco Storai