
Vivai pistoiesi (archivio)
Lontani i tempi post-Covid, quando il mercato "verde" fu drogato da una richiesta di verde decisamente fuori da ogni precedente annata, e quindi l’export delle piante vive pistoiesi continua a segnare segno negativo anche nel primo trimestre di quest’anno con un -5%. Il valore complessivo è di poco superiore ai 140 milioni di euro (per la precisione 142.162.928 euro): sono questi i numeri diffusi da Coldiretti Pistoia, rielaborati sulla base dei dati Istat pubblicati in questi giorni, sapendo che a livello di export le aziende pistoiesi rappresentano poco meno del 40% del totale italiano. Facendo una panoramica più ampia, restano stabili le esportazioni verso l’Europa a 27, mentre a calare sono quelle verso i Paesi extra UE, con una contrazione del 22%, passate da 32 a 25 milioni di euro.
"Il dato è da analizzare con molta attenzione – afferma Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia – evitando eccessivi allarmismi. Le aziende del nostro distretto stanno affrontando un contesto globale complesso, tra guerre e dazi, con ostacoli fitosanitari, incertezze logistiche e aumento dei costi, e non ultima difficoltà a reperire manodopera stabile e specializzata". Nel corso dei prossimi mesi, come segnale positivo, il mercato del Regno Unito – uno dei principali per il vivaismo ornamentale – potrà ripartire dopo lo stop al blocco fitosanitario mentre c’è stato il crollo di quello svizzero, sceso del 40% nel primo trimestre, passando da 6,5 a meno di 4 milioni di euro: una perdita secca di circa 2,5 milioni di euro. "Un dato che ci deve far riflettere – commenta Tesi – soprattutto perché la Svizzera è tradizionalmente un mercato affidabile e vicino, anche dal punto di vista logistico. Il calo repentino ad una prima analisi va attribuito al meteo poco favorevole del periodo in esame che ha rallentato le consegne ma il portafoglio ordini da evadere comunque ci rassicura".
Le sfide per il futuro, quindi, restano probanti ma come sottolineato dalla stessa Coldiretti le aziende pistoiesi non restano con le mani in mano ma stanno investendo su più fronti per farsi trovare pronte nelle sfide della concorrenza, soprattutto col mercato asiatico. "Molte aziende stanno adottando pratiche innovative più sostenibili – spiega Tesi – pacciamature naturali, riduzione dell’impiego di fitofarmaci, ottimizzazione delle risorse idriche. Cambiamenti che richiedono impegno ma che migliorano la competitività nel medio periodo. Inoltre, la varietà produttiva, la qualità espositiva, la capacità di adattamento alle esigenze di un mercato sempre più sensibile al verde urbano e alla biodiversità, sono punti di forza riconosciuti. È su questa linea che nel pistoiese si continua a lavorare e a innovare".
S.M.