"Era una ragazza madre, ma voleva lavorare Adesso dobbiamo pensare al suo bambino"

La mamma della giovane operaia morta in fabbrica: "Una ragazza solare, come appariva nelle foto. Farò di tutto per il mio nipotino"

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di Patrizio Ceccarelli

"Ora il nostro primo pensiero è per il suo il bambino, al quale non faremo mancare nulla, anche se non avrà l’essenziale: l’amore della sua sua mamma". È affranta dal dolore Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, la 22enne morta lunedì mattina in un incidente sul lavoro in un’azienda tessile di Oste di Montemurlo, dopo essere finita dentro l’ingranaggio dell’orditoio, la macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che costituisce la trama del tessuto. Emma Marrazzo esce dalla casa di Le Querci, la piccola frazione sulla via Pratese tra i comuni di Agliana e Pistoia, dove viveva insieme alla figlia. Va incontro ai giornalisti che l’attendono davanti al cancello della villetta, perché vuole che tutti sappiano com’era sua figlia.

"Era bella, buona e umile – racconta la mamma, tra le lacrime –, era una ragazza solare, come si vede dalle foto che ha pubblicato su Facebook. Non litigava con nessuno. Era contenta del lavoro che svolgeva, anche se a volte tutti i lavori possono pesare, anche i più leggeri. Però a lei piaceva lavorare e amava il suo bimbo splendido". "La tragedia è grande, non soltanto per me, ma anche per la titolare della ditta, che si chiama Luana, sì, come mia figlia. È distrutta anche lei, poverina, non riesce a darsi pace. La datrice di lavoro della mia Luana – ha proseguito Emma Marrazzo – non sa cosa sia successo, anche lei lavora alle macchine, non è una che sta a spasso, si dà da fare, anche lei davvero non si capacita dell’accaduto. Proprio in questi giorni aveva assunto un ragazzino per stare vicino a mia figlia, per darle una mano, lo aveva assunto come nuovo dipendente. Nella ditta c’era un caporeparto e c’era un altro dipendente, la mia Luana non era sola a lavorare". Il pensiero torna subito al nipotino. "Non gli faremo mancare nulla – ripete la nonna Emma –. È un bambino di cinque anni e mezzo, ma è molto intelligente. Non mi ha chiesto niente, ma qualcosa certamente ha capito... Ha visto purtroppo solo quei poverini che hanno avuto il brutto obbligo di venirmi a dire cos’era successo, i carabinieri di Pistoia. Non sapevano neppure loro come fare a dirmelo, ma gli è toccato farlo". Un compito ingrato, lacerante. "Mia figlia – riprende la donna – aveva studiato all’istituto professionale Einaudi di Pistoia, però al terzo anno ha interrotto, poi è nato il bimbo, era una ragazza madre, e ha voluto lavorare". E proprio al lavoro è successo l’irreparabile. "Tragedie come questa – è l’appello che Emma Marrazzo ha voluto lanciare ieri davanti a taccuini e telecamere – non devono più accadere, sul lavoro non devono morire né ventenni, né trentenni, né più anziani, sono tutte vite umane".

Emma Marrazzo non se la prende con la titolare dell’azienda dove è morta la figlia, anzi ribadisce ancora una volta che "neppure lei riesce a spiegarsi come sia potuto succedere". "Mia figlia Luana era una ragazza splendida, solare, sempre sorridente ed era contentissima di aver fatto la comparsa in un film di Leonardo Pieraccioni – spiega ancora la madre –, era stata contattata tramite una nostra amica, aveva fatto il casting ed era stata presa, come comparsa nel film ’Se son rose’ (del 2018, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni, ndr). Credo che le sarebbe piaciuto lavorare in quell’ambiente e magari diventare anche famosa. Ma non così...". Luana D’Orazio era fidanzata da due anni. "Il suo ragazzo e i suoceri erano innamorati di lei – racconta la mamma –, dicevano tutti che formavano una coppia perfetta. Ed era vero". Tante le persone, i conoscenti, gli amici di Luana, che ieri hanno fatto visita alla famiglia per manifestare il loro affetto e per testimoniare lo sconforto che ha colpito nel profondo anche loro. Nella frazione di Agliana la ragazza era molto conosciuta e tutti le volevano bene, e adesso sono rattristati e sconvolti per questa tragedia. "In giornata (ieri per chi legge, ndr), arriveranno anche le mie sorelle, almeno siamo in tanti, vengono dalla Calabria. Mi faranno un po’ di coraggio, adesso ne ho un grande bisogno", conclude la mamma di Luana. E torna in casa stretta nel suo dolore infinito.