REDAZIONE PISTOIA

Enrica, un film sconfiggerà l’oblio

La tragica vicenda di una scienziata ebrea. Riscoperta da una pistoiese

Alessandra Sforzi, insegnante del liceo delle Scienze applicate al Pacini

Pistoia, 27 gennaio 2019 - E’ STATA la volontà di recuperare una memoria che rischiava di perdersi a muovere Alessandra Sforzi. L’entomologa pistoiese, insegnante di Scienze al Pacini, nel corso delle sue ricerche di entomologia al Museo La Specola di Firenze, l’ha avvertito come un imperativo morale e scientifico. Salvare dall’oblio la figura e l’opera di una donna del ’900, una sua collega, vittima della tragedia della Shoah. Si chiamava Enrica Calabresi, era una zoologa e si suicidò a 53 anni a Santa Verdiana a Firenze per non subire, in quanto ebrea, la deportazione ad Auschwitz. Nata a Ferrara nel 1891, Calabresi studiò a Firenze alla Specola, dove si laureò e in seguito insegnò come assistente all’Università. Donna dalla vasta cultura, scienziata, parlava inglese, francese e tedesco e amava la musica. Dal ’36 al ’37 ottenne la cattedra di Entomologia agraria a Pisa ma le tragiche vicende del Novecento la travolsero mentre insegnava al liceo ginnasio Galileo di Firenze, dove ebbe tra i suoi allievi l’astronoma Margherita Hack. Con l’arrivo delle leggi razziali italiane del ’38 che interdirono gli ebrei dall’insegnamento, fu destituita dall’incarico e scelse di insegnare alla scuola ebraica di Firenze.

Nel gennaio del ’44 venne arrestata e rinchiusa insieme a tante altre persone nel carcere di Santa Verdiana, destinato a chi avrebbe dovuto salire sul treno per i campi di concentramento della Polonia. E fu per sfuggire a questo destino che, il 20 gennaio si tolse la vita avvelenandosi. Da allora, su Enrica Calabresi è calato il silenzio. La memoria della sua vita e delle sue opere rischiava di perdersi per sempre ed è stata soltanto la curiosità umana e scientifica di Alessandra Sforzi - che l’aveva conosciuta studiando gli stessi insetti dei quali Calabresi era specialista - a recuperarla consegnandola all’oggi.

E’ stato grazie al lungo lavoro di ricerca dell’insegnante pistoiese se la tragica storia umana di Enrica Calabresi è stata ricomposta pezzo per pezzo. Sforzi ha rintracciato il nipote Francesco e attraverso i suoi ricordi la figura e il valore di Enrica hanno potuto ritrovare dignità e giustizia. Ora Enrica è protagonista di un film documentario Una donna poco più di un nome, realizzato dalla regista Ornella Grassi , che sarà proiettato domani alle 17 al cinema La Compagnia di Firenze, per la Giornata della memoria. Un film che trae ispirazione anche che dal libro (Un nome, Giuntina) che il giornalista fiorentino Paolo Ciampi ha dedicato alla figura di questa donna di scienze così a lungo dimenticata.

«Questo film contribuirà a diffondere la conoscenza di Enrica Calabresi – sottolinea Alessandra Sforzi –raggiungendo un pubblico più vasto. Ma anche a riavvicinarla al mondo accademico: oggi l’Università di Pisa le dedicherà un’aula alla facoltà di entomologia agraria».

s.t.