
Emiliano Buttaroni
Pistoia, 4 novembre 2019 - C'erano sette chilometri tra la sua casa, nei boschi di Cutigliano, e quella del primo bambino con cui poter giocare. Sette chilometri che lui, spesso, percorreva da solo, lasciandosi abbagliare dalla bellezza della natura e imparando che «bisogna essere molto forti per sopportare la solitudine». Fin da bambino cercava funghi e poi, con il paniere al braccio, da solo, li andava a vendere da Fagiolino. I funghi sono ancora oggi la sua grande passione del bosco, dove si inoltra tra i profumi, seguendo i sentieri già rovistati. E dove gli altri frugano e poi vanno oltre senza guardare, lui vede. E trova. E’ un cercatore Emiliano Buttaroni, 49 anni, oggi di Calenzano, ma di Cutigliano sempre nel cuore, col diploma agrario del Barone de Franceschi di Pistoia.
Fa il giardiniere, davvero. E non soltanto. E’ un attore comico, rivelazione di ’Italia’s got talent’ con Raul Guidotti, con cui ha fondato i “Gemelli siamesi“. Un re del web incoronato da 14 milioni di visualizzazioni dei suoi video dal furgone, con gli attrezzi da lavoro. Monologhi esilaranti e graffianti, che inchiodano debolezze e manie. Ma è molto più di un fenomeno social. Emiliano è uno scrittore, un geniale cantore di sonetti improvvisati, un drammaturgo, un’anima generata da quei boschi incantati. In quelle foreste del nostro Appennino ha ambientato il suo sogno letterario, il suo primo Fantasy. Ha un nome aspro: “Stormvogel“. E’ il nome di un uccellino che annuncia la tempesta. E’ una storia di draghi, cavalieri e giganti, un intreccio di mitologie e di fiabe. E’ un romanzo di riconciliazione tra le forze della Natura e l’Uomo. E’ la ricerca del bene.
Emiliano Buttaroni ha presentato “Stormvogel“ alla Biblioteca dell’Amicizia del Bar Nazionale, introdotto dalla padrona di casa, Alessandra Vannetti e da Emanuele Begliomini nella sua veste di “Magnifico Rettore dell’Accademia della Bugia“. Perchè a Le Piastre, Emiliano, è di casa e ve n’è traccia anche nelle pagine del suo libro. Le letture di alcuni fra i brani più suggestivi sono state affidate a Ilaria Belli. Poi Buttaroni, disancantato, tenero e pungente, ha cominciato a parlare di sè, e il giardiniere che passerà alla storia-social per il suo idromassaggio col soffione in cima alle colline toscane, è svanito per lasciare il posto al vero Emiliano, il poeta. Sentirlo parlare è intravedere il percorso artistico dei grandi toscani, dove durezza e tenerezza sono intrecciate dalla genialità. In Monni, spensierato e profondo, lui si ritrova.
«E’ il mio maestro. Il libro l’ho scritto perchè nessun fantasy finisce mai come voglio io. Così me lo sono scritto da solo. Amo viaggiare – ha detto di sè Buttaroni – , percorrere strade secondarie, guardare dentro le finestre. Scrivendo mi sono costruito il mio territorio. Ma i luoghi sono i miei monti, dove gli echi delle mie fiabe predilette, si sono materializzati, sono apparsi. I personaggi erano accanto a me. C’è l’albero dei fagioli, c’è l’Orlando Furioso». C’è la borsa di studio vinta alla Scuola di Drammaturgia di Dacia Maraini. C’è il suo amore per il silenzio, c’è la sua infanzia a Cutigliano.
«Oggi siamo arroganti e presuntuosi. Non stiamo più in silenzio. E anche un Fantasy può dare qualcosa di buono. Apre dei cassetti. Mi piacerebbe che i miei personaggi insegnassero il furore dell’amore. I miei paesaggi sono reali. E’ la Montagna Pistoiese. Il vostro Fantasy è il Libro Aperto, un tesoro di cui avere cura. C’è il mio nonno, nel mio libro. C’è, nella storia, il suo ultimo saluto, perchè ogni scrittore attinge alla sua vita. Mio nonno era analfabeta. Faceva il carpentiere e portava sempre un cappellino di carta fatto con le pagine della Nazione. Lo vedevo sempre con tutte quelle parole in testa. E tutti i suoi sogni li ho ereditati io». C’è una cassetta di legno accuratamente chiusa, a prova di intemperie, sotterrata nei boschi del nostro Appennino. Dentro non ci sono monete d’oro, nè gioielli. Ma c’è un altro genere di tesoro. Dentro c’è un libro. C’è una copia unica di “Stormvogel“, di grandi dimensioni, (60 per 40), rilegato a mano, in pelle, con i disegni originali di Gianmarco Pandolfini che ha illustrato le pagine di Emiliano Buttaroni, dando vita ai suoi magnifici draghi. Quella cassetta contiene quindi un’opera di un certo valore. E apparterrà, come in ogni fiaba, a chi la troverà. Questa è la sorpresa che Emiliano Buttaroni ha riservato al pubblico pistoiese al termine della presentazione della sua opera al Bar Nazionale e l’intento è chiaro: il tesoro sono le parole scritte, il tesoro è leggere, il tesoro è la cultura. Il tesoro è la fantasia senza la quale non ci può essere un futuro, come ci insegnava «La storia infinita», con il Nulla in agguato.
«Per trovarlo – ha spiegato ridendo l’autore –, bisogna leggere “Stormvogel“ riconoscere i luoghi descritti nella storia, e gli indizi saranno forniti attraverso la pagina di Facebook dedicata al libro...».Nascosto tra i protagonisti c’è anche l’autore: «Chissà se riuscirete a trovarmi...». Il libro ha il progetto grafico di Sonia Mazzoni e la collaborazione di Anton Makarenko, Barbara Pirrazzi e Federico Guglielmi. L’editore è Porto Seguro. «Un editore puro – ha sottolineato Buttaroni – che ringrazio perché ha creduto in me. Come tutti i Fantasy naturalmente è una saga. Quindi il finale è aperto, e ci sarà un seguito, perchè il confine tra il Bene e il Male non è ancora chiaro». Nel frattempo, forse, qualcuno troverà quella cassetta di legno, e scorrendo le pagine del libro riconoscerà i luoghi dell’anima, come li chiama Surficial, uno dei protagonisti: «Quei posti che una volta visitati ti entrano dentro, lasciandoti un ricordo indelebile...e ogni volta che un profumo, un sapore, un’immagine, somiglia appena a uno di quei meravogliosi posti, ti si apre il cassetto dei ricordi e vorresti essere lì, per sentire nuovamente quella sensazione di pace».