Pescia (Pistoia), 16 giugno 2025 – È rientrato in Italia, insieme agli altri vescovi toscani, monsignor Roberto Filippini, vescovo emerito di Pescia. Il volo proveniente da Amman, in Giordania, è atterrato ieri sera intorno alle 20.30 all’aeroporto di Milano Malpensa, segnando la conclusione di un pellegrinaggio che resterà impresso nel cuore di chi vi ha partecipato. La delegazione, composta da 32 tra vescovi, frati e laici, stava prendendo parte a un pellegrinaggio di solidarietà e vicinanza in Terra Santa, iniziato lunedì 9 giugno, organizzato dalla Conferenza Episcopale Toscana. Il viaggio si era svolto inizialmente secondo programma, ma la situazione è precipitata nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, quando un violento attacco missilistico — scatenato da Israele contro obiettivi in Iran, in risposta a precedenti minacce — ha messo in allerta tutta la regione. L’aeroporto di Tel Aviv è stato chiuso e il volo previsto per il rientro è stato cancellato. Da lì, l’evacuazione verso la Giordania, con l’aiuto dei francescani della Custodia di Terra Santa, della Nunziatura apostolica e dell’Ambasciata italiana ad Amman.
In questo scenario teso, Monsignor Filippini ha voluto condividere una profonda riflessione spirituale e umana. “Sono il più anziano della Cet in questo pellegrinaggio – ha detto – e per questo mi hanno chiesto di presiedere la prima Eucaristia a Gerusalemme, proprio nella festa di Maria Madre della Chiesa. Ho scelto il passo della Genesi in cui Dio domanda ad Adamo: Dove sei? È la domanda che ha guidato il nostro cammino, tra il dolore di un’umanità ferita e i volti di chi ancora oggi testimonia amore e cura”.
Nella sua meditazione, Filippini ha evocato la figura di Caino, simbolo della violenza cieca che non accetta l’altro, ma anche quella di Abele, incarnata da chi oggi, su entrambe le sponde del conflitto, soffre in silenzio sotto il peso dell’ingiustizia. Ma non sono mancati segni di luce: religiosi, laici, operatori di pace che, come Maria e Giovanni ai piedi della Croce, scelgono ogni giorno di raccogliere le macerie umane e costruire nuove vie di riconciliazione.
Monsignor Filippini, ordinato sacerdote nel 1972 e vescovo di Pescia dal 2015 al 2023, è molto legato alla dimensione della pace e del dialogo. Il suo messaggio, intenso e commosso, è un invito a non smettere di sperare: “La ricerca della pace non si ferma nella notte buia dell’odio. Le misericordie di Dio non sono finite. Maria, Madre della Chiesa, non abbandona i suoi figli. Intercede per tutti, tutti, tutti”.