È passata quasi una settimana da quella notte maledetta del 2 novembre quando la Piana pistoiese fu invasa da migliaia e migliaia di metri cubi di acqua e fango ed è ancora il momento dell’emergenza degli sgomberi, del ripristino dell’energia elettrica e linee telefoniche e della conta dei danni. Ma, già la prossima settimana, ci sarà un’altra emergenza: quella occupazionale. Già, perché piccole e medie imprese di Quarrata, Montale e in parte Agliana sono in ginocchio: in questi giorni i dipendenti sono andati regolarmente a lavorare per dare mano ai titolari a ripulire tutto e buttare via ciò che non è più buono, ma quando tutto sarà sistemato cosa faranno? "In un quadro occupazionale ed economico tutt’altro che esaltante, adesso ci si prospetta di fronte a noi un fermo produttivo – ammette il segretario provinciale della Cgil Daniele Gioffredi, anche lui colpito duramente in questi giorni dall’alluvione e costretto a fare la spola fra le aziende sott’acqua e la propria abitazione da liberare dal fango – la situazione nella zona industriale di Montale è pessima, per non parlare di Quarrata dal centro alle frazioni periferiche ed una parte di Agliana alle quali aggiungere, in Valdinievole, Larciano, Lamporecchio e Monsummano. In questo scenario, ci saranno le aziende che si fermano perché sono finite sott’acqua e non sanno se, come e quando ripartiranno; ci saranno i conto-terzisti che rimarranno al palo perché non avranno nessuno che gli ordina delle commesse; ci saranno poi tutti quelli che lavorano soprattutto con il comparto tessile di Oste e Bagnolo a Montemurlo che è stato distrutto da questa alluvione e, di conseguenza, non dovranno portare materiale perché non gli verrà chiesto. Ecco perché l’emergenza è già in mezzo a noi". In questi giorni sono arrivati i primi fondi governativi, sono state siglate ordinanze specifiche da parte del commissario, nonché Governatore, Eugenio Giani, per la sospensione delle rate dei mutui, delle bollette e agevolazioni fiscali ma potrebbe davvero non bastare per rialzare la testa.
"Dovrà esserci un unico ammortizzatore sociale – prosegue Gioffredi – che sia valido sia per chi rimarrà fermo in maniera diretta o indiretta: le criticità inizieranno dalla prossima settimana quando si potrà fare una prima stima dei danni e bisognerà farsi trovare pronti. Diversi milioni di euro sono già stati stanziati dal Governo ma, per far si che il sistema regga, ne serviranno molti di più. Saranno necessarie le richieste di cassa integrazione per tutelare i lavoratori: l’aspetto fondamentale è che ognuno di loro non rimanga senza reddito".
Saverio Melegari