Ecologisti e progressisti critici "Dire no alla quotazione in borsa"

La forza di opposizione in consiglio comunale è dura sul progetto Multiutility "Tante cose non convincono"

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Oltre alle perplessità avute nella prima fase da parte dello stesso sindaco, Alessandro Tomasi, che è tornato a porre quesiti sulla funzionalità e le ripercussioni della Multiutility sulla collettività, rimangono voci fuori dal coro all’interno delle forze politiche locali. A serrare le fila è il gruppo consiliare di "Pistoia Ecologista Progressista" (capogruppo Mattia Nesti, con lui Francesco Branchetti e Greta Bonacchi) che ripercorrono cosa è stato fatto in questi mesi, sia da chi deciderà le sorti future della maxi-società ma, soprattutto, da parte del Comune stesso. "Avevamo chiesto un consiglio comunale aperto, possibilità esclusa – dicono dal gruppo – poi abbiamo presentato una raccomandazione per impegnare la giunta a comunicare al Consiglio ogni aggiornamento sul progetto di fusione ed è stata bocciata anche quella. Visto che i cittadini hanno il diritto di sapere da chi e come saranno controllati servizi essenziali come rifiuti o acqua, abbiamo depositato un’interpellanza per far avere delle risposte". In attesa di avere questo responso, però, il gruppo di "Pistoia Ecologista Progressista" pone altri quesiti per capire il ruolo fattivo dell’amministrazione comunale in questa fase. "Che interlocuzioni ha avuto il Sindaco Tomasi con gli altri comuni soci di Publiservizi, dopo la lettera dei sindaci d’area empolese che a fine dicembre avevano criticato l’operazione perché non abbastanza chiara rispetto all’approdo in Borsa? – commentano ancora dal gruppo di minoranza – Dopo aver deliberato la fusione, c’è stata un’altra assemblea di Publiservizi? Cosa è stato discusso e che posizioni ha assunto il Comune? E a che punto è il contenzioso dei Comuni con Publiacqua? Non è solo a noi che la giunta deve una risposta ma faremo senz’altro la nostra parte, evidenziando le incertezze e le gravi mancanze di questo progetto. Infine, ci opporremo fermamente alla quotazione in Borsa della Multiutility, che costringerebbe a gestire settori pubblici strategici nell’interesse di pochi azionisti privati invece che per la qualità della vita di tutte e tutti".

red.pt