REDAZIONE PISTOIA

Ecco l’alternativa 'green' al glifosato

E’ il cippatino a chilometro zero che arriva dalla Montagna

Luca Tanganelli è il presidente della società 'Mo.to.re'

Pistoia, 1 ottobre 2019 - Una  buona alternativa al glifosato per il floro-vivaismo? È a chilometro zero ed è «green». La risposta alla questione dell’utilizzo massiccio dell’erbicida, con i connessi problemi e dibattiti sulla sua pericolosità per la salute, sembra arrivare dalla montagna pistoiese, esattamente da Campo Tizzoro. Nell’ex paese fabbrica, infatti, sono in corso già da alcuni mesi le sperimentazioni per un nuovo prodotto da utilizzare per la pacciamatura, ovvero per ricoprire il terriccio con uno strato di materiale che impedisca la crescita delle erbe infestanti.

E’ il «cippatino per pacciamatura», un prodotto formato da scaglie di legno di una determinata pezzatura e umidità. Incubatore dell’iniziativa è il progetto Mo.to.r.e (Montagna toscana ricerca energia), che ha la sua sede, inaugurata lo scorso novembre, nella zona ex Sedi di Campo Tizzoro. Il progetto, promosso dall’ex Comune di San Marcello e finanziato con 1 milione dalla Regione, è oggi gestito dalla società Mo.to.r.e, e ha come obiettivo di realizzare un polo di ricerca e innovazione sulle energie rinnovabili. Al suo interno vi è anche una parte produttiva, con un impianto già in funzione per il cippatino ad uso combustibile, variante a scaglie più piccole e vagliate del cippato. Proprio da questo impianto, utilizzato per prova in modo alternativo, ha visto la luce il primo cippatino per pacciamatura.

«Il processo di produzione è simile a quello del cippatino da combustione – spiega Luca Tanganelli, presidente della società Mo.to.r.e – Solo che viene realizzato con una dimensione e un’umidità differenti. Il suo utilizzo aiuta a ridurre l’impiego del glifosato, specie nella vasetteria. Il cippatino, in sostanza, viene messo sopra il terriccio, per uno strato di alcuni centimetri, e così previene la crescita di erbe infestanti». Ma a che punto siamo con le sperimentazioni?

«La prima  fase di messa a punto del prodotto, che è durata da 3-4 mesi, è conclusa – risponde Tanganelli –: il prodotto è stato individuato e gli utilizzatori che l’hanno testato ci hanno dato riscontro positivo. Ora si sta lavorando sul processo, per la realizzazione di una nuova linea produttiva per il cippatino da pacciamatura, per poter sopperire alle richieste che stanno arrivando. In parallelo stiamo conducendo altre sperimentazioni: premesso che quello che utilizziamo è legno locale, sappiamo che alcune essenze sono idonee e altre no. Siamo partiti dagli studi accademici, dopodiché adesso stiamo provando altre specie che sono molto presenti dalle nostre parti o addirittura infestanti e comunque non utilizzabili in altri ambiti». Il processo produttivo parte dal legno che arriva dal bosco. Questo viene triturato, poi essiccato, vagliato e insacchettato. La potenzialità per il materiale da pacciamatura è interessante: basti solo pensare ai vivai pistoiesi. Intanto a Campo Tizzoro già da mesi è attivo il macchinario, il primo nel suo genere, per la produzione di cippatino combustibile.

Elisa Valentini