Ecatombe energia: produzione già rallentata In fumo per le bollette 3,1 miliardi di euro

Piccole e medie imprese verso il lockdown energetico. La tintoria che non ce la fa: "Aperti solo tre giorni alla settimana per risparmiare"

La crisi energetica sta assumendo contorni sempre più preoccupanti nella provincia pistoiese e oltre. Si tocca ormai con mano il timore di un tracollo delle aziende: non solo il prezzo della materia prima è cresciuto moltissimo, ma le aziende che vendono il gas esigono elevatissime garanzie finanziarie. La preoccupazione di non poter continuare a lungo con gli impianti attivi è quanto mai reale. "A luglio abbiamo ricevuto una bolletta da 74mila mila euro contro i 20mila dell’anno passato. A queste condizioni siamo stati costretti a fare una scelta dolorosa: lavoriamo solotanto tre giorni la settimana per risparmiare": con queste parole Licia Agrifogli della tintoria New Washing di via del Ferro apre una finestra su uno scenario che spaventa.

"La politica non può restare sorda, in gioco c’è il futuro di migliaia di lavoratori e centinaia di imprese", dicono le associazioni di categoria Cna Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato e Pistoia dal palco della Camera di commercio durante l’iniziativa ’Caro energia: non spegniamo le pmi - Imprese e artigianato stritolate dai costi energetici’ alla quale hanno partecipato oltre 150 imprenditori. Le stime sono spaventose: le imprese del territorio dovranno accollarsi 3,1 miliardi di euro di spese extra dovute a gas e energia. Gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2.000 megawattora si traducono in un maggiore costo, a livello territoriale, di 1,6 miliardi di euro, che in uno scenario di costanza dei prezzi fino a dicembre raggiungeranno i 3,1 miliardi euro in più a carico delle imprese. Una ecatombe che rischia di mettere in lockdown energetico e produttivo migliaia di micro e piccole imprese: le stime mostrano uno scenario terribile con 10.000 imprese a rischio chisura e 36.200 posti di lavoro in fumo.

All’iniziativa, guidata dai presidenti e vicepresidenti delle tre organizzazioni, il Francesco Viti (Cna), Luca Giusti (Confartigianato Prato) e Alessandro Corrieri (Confartigianato Pistoia) sono intervenuti Chiara Bartalini (Movimento 5 Stelle), Caterina Bini (Pd), Edoardo Fanucci (Pd), Erica Mazzetti (Forza Italia), Tommaso Nannicini (Pd). I numeri non giocano a favore della manifattura: la corsa senza fine dei costi energetici sta avendo un impatto devastante su molte filiere. Il tessile con la tante aziende energivore è una delle più colpite. Moltissime piccole imprese che non possono trasferire sui clienti i maggiori oneri, come più volte denunciato dagli stessi operatori. La congiuntura si sta rapidamente deteriorando: il fatturato dell’industria accusa il primo calo mensile dopo cinque mesi di aumenti consecutivi, la produzione industriale mostra una tendenza negativa e nei prossimi mesi è atteso un ulteriore indebolimento del comparto manifatturiero.

"Servono strategie per riportare i prezzi sotto controllo: la voce è univoca e chiede l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas. Occorre prevedere meccanismi che scongiurino eventuali crisi di liquidità delle imprese, quindi prorogare il temporary framework per continuare a garantire al sistema bancario flessibilità. Tetto al prezzo del gas e tassazione extraprofitti sono in cima alle richieste così come la possibilità di poter ricorrere agli ammortizzatori sociali. Lo spettro della cassa integrazione diffusa è più che concreto. Infine servono interventi a lungo raggio per incentivare la transizione green e le comunità energetiche per calmierare i prezzi di acquisto delle materie.

Silvia Bini