È stato assolto l’"odiatore" social dei ciclisti

Scrisse "Investirne uno per educarne cento": per il giudice il fatto non costituisce reato. Indignazione dal mondo delle due ruote

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È stato assolto al tribunale di Pistoia, perché il fatto non costituisce reato, il pistoiese che aveva scritto "Investirne uno per educarne cento". Questa la frase-choc comparsa su facebook contro gli appassionati delle due ruote, che destò scalpore in Italia, e che portò alla denuncia dell’autore. Il fatto avvenne il 27 marzo 2018 nei pressi di Quarrata, quando urtati dallo specchietto di un automobilista finirono a terra due professionisti, Daniel Felipe Martinez, 22 anni all’epoca del fatto, e Kristian Yustre, 25. Dopo la diffusione della notizia, arrivò il commento social dell’hater pistoiese, e da qui la denuncia di Marco Cavorso, dirigente dell’Accpi (Associazione corridori ciclisti professionisti italiani) che perse il figlio Tommaso, 13 anni, nell’agosto del 2010, investito da un furgone mentre si allenava in bici in provincia di Firenze. L’autore del commento fu rinviato a giudizio dal tribunale di Pistoia per istigazione a delinquere aggravato dalla diffusione a mezzo informatico ed ieri la vicenda ha avuto il suo epilogo.

"Denunciai questa persona – dice Cavorso – proprio per dire basta a questo modo incivile di approcciare il problema della sicurezza stradale. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato in questa battaglia civile, in particolare Carlo Iannelli che mi ha dato la sua assistenza legale e il sindacato dei ciclisti professionisti italiani Accpi, riconosciuto parte civile. Il rispetto e l’educazione sono fondamentali". Entro 90 giorni sarà depositata la sentenza, ed entro 135 giorni si potrà fare l’appello dal punto di vista civile. Dopo questa sentenza, Cavorso continuerà con maggiore forza la sua battaglia e campagna per la sicurezza di coloro che vanno in bici.

L’esito della sentenza ha provocato dure reazioni del mondo del ciclismo: tra i primi commenti quelli del c.t. della Nazionale azzurra Daniele Bennati e dell’ex campione del mondo Maurizio Fondriest, che la definiscono sorprendente. Altre reazioni di sconcerto e incredulità sono arrivate dagli ex campioni Giovanni Visconti, Alessandro Ballan, Cristian Salvato, presidente dell’Associazione corridori ciclisti professionisti italiani, del campione in attività Alberto Bettiol, del campione olimpico e mondiale dello sci di fondo Cristian Zorzi, dell’on. Mauro Berruto, di Stefano Guarnieri, che dopo la morte del figlio Lorenzo ha creato un’Associazione Onlus.

Antonio Mannori