Donne, la piaga dimissioni per accudire i figli piccoli

Il rapporto in Provincia: nel 2023 sono state 216 a lasciare il posto, 65 gli uomini

Le donne si fermano sul posto di lavoro, ricorrono a dimissioni volontarie consegnate direttamente nelle mani del proprio superiore per accudire i figli e per intraprendere quella vita, non più parallela rispetto all’uomo, che una coppia ha fino al momento in cui il test di gravidanza risulta essere positivo. Degli scenari che si stanno stagliando sempre di più su questa tematica, venerdì scorso se ne è parlato nella Sala Nardi della Provincia di Pistoia, alla presenza anche del Presidente Luca Marmo per una iniziativa che è stata organizzata dalla conferenza delle donne democratiche territoriale.

I numeri che arrivano dall’ispettorato provinciale del lavoro, del resto, non lasciano spazio alle interpretazioni: nel 2023 le dimissioni protette sul territorio sono state di 65 uomini e 216 donne. Di questi, c’è una sostanziale parità per il passaggio ad un’altra azienda (57 a 55) mentre non c’è nemmeno un paragone da fare per le esigenze di accudimento della prole (piccoli sotto i tre anni di età) perché si arriva a soli 8 uomini e 161 donne. Le richieste che vengono lanciate al mondo della politica si basano sulla necessità di avere risposte concrete per le varie forme del precariato e del lavoro femminile sempre più povero, più flessibile, dove la segregazione orizzontale e verticale creano ingiustizie e divari salariali che si ripercuotono nelle scelte della vita di tutti i giorni e sono decisivi per cambiare anche il clima all’interno del posto di lavoro stesso. Sotto l’egida della moderatrice Antonella Cotti, consigliera comunale del Pd di Pistoia, si sono alternate con le loro riflessioni Roberta Mori, portavoce nazionale della conferenza nazionale Donne Democratiche, Paola Galgani della segreteria regionale della Cgil, la consigliera di pari opportunità per la Provincia Chiara Mazzeo e Rossana Soffritti in qualità di portavoce regionale della conferenza donne democratiche della Toscana.

"Dopo decenni di Costituzione ancora non siamo arrivati ad una vera uguaglianza – ha detto Marmo salutando i presenti – la Provincia cerca di fare al meglio il proprio ruolo per la parità di diritti e, su questo fronte, sono in arrivo attenzioni importanti per la parità anche a livello finanziario che si riverseranno dall’anno prossimo sulle nostre comunità. L’aspetto fondamentale, però, è che su questi temi ognuno di noi si deve fare promotore di una cultura dell’uguaglianza di diritti che ha bisogno ogni giorno di essere annaffiata e tutelata".

S.M.