Vicofaro, denunciato don Biancalani

Non ha consentito i controlli di Asl e municipale. La difesa: "Non ero presente, ma avevo dato disponibilità"

Nuova bufera sul centro di Vicofaro di don Biancalani

Nuova bufera sul centro di Vicofaro di don Biancalani

Pistoia, 7 agosto 2022 - Nuovi guai per don Massimo Biancalani, denunciato per non aver consentito l’accesso degli ispettori dell’Asl che, insieme alla polizia municipale, avrebbero dovuto eseguire un controllo nella parrocchia di Vicofaro, e nei locali attigui che ospitano i migranti. Il controllo, come racconta lo stesso don Biancalani, risalirebbe alla metà di luglio. "Mi avevano avvisato della necessità di un nuovo sopralluogo – spiega don Biancalani – e io come sempre avevo dato piena disponibilità. Poi è accaduto che la data è slittata e, quando gli ispettori si sono ripresentati, io ero fuori città per altri impegni. Mi hanno contattato telefonicamente ma io ho chiesto di poter differire il sopralluogo. Il motivo è semplice. Non ho nulla da nascondere. Ma, nel tempo, nella nostra comunità sono entrati anche diversi ragazzi problematici, ragazzi che senza la mia presenza avrebbero potuto spaventarsi o reagire male davanti alla polizia. Ed è per questo che ho chiesto di non entrare senza di me".

Sembra che i controlli nella comunità di Vicofaro anche negli ultimi mesi siano stati frequenti. "Si tratta di una guerra che vede me e la mia opera nel mirino", spiega don Massimo. Motivo delle verifiche le denunce presentate da alcuni residenti della zona per la presenza di materiale ingombrante nel piazzale davanti alla parrocchia. Si tratta in parte del materiale residuo della demolizione della vecchia tensostruttura e in parte delle offerte di tantissimi sostenitori del parroco di Vicofaro che portano in parrocchia mobilio e utensili che possano essere di utilità all’accoglienza dei giovani.

«Presenteremo subito una richiesta di accesso agli atti – ha spiegato l’avvocato Elena Baldi, legale del parroco – per capire se davvero questa denuncia sia riconducibile al mancata ispezione. L’opera di dismissione della tensostruttura rientra in quel piano di lavori che don Massimo aveva programmato e sta eseguendo perché tutti i locali siano finalmente a norma. Le opere realizzate prima del suo arrivo infatti (e che avevano presentato irregolarità) sono state demolite. Con Alia, è stato programmato un piano di smaltimento del materiale, che non può avvenire in un giorno. Ecco perché il piazzale risulta ancora occupato. E un’altra parte deriva dalle offerte dei cittadini di mobilio e altro, ad uso della parrocchia. Materiale che va tutte le volte selezionato, o smaltito se non utilizzabile". "Ancora una volta sono l’obiettivo di una guerra – si lamenta il parroco – La Regione che aveva promesso di aiutarci ci ha abbandonato e l’amministrazione non ci tende una mano".

M.V.