"Basta degrado a Vicofaro, serve una svolta"

Residenti esasperati: "Certi migranti si comportano male e c’è spaccio. Ora tavolo con parrocchia e istituzioni". Don Biancalani si difende

"La situazione di Vicofaro è chiara a tutte le istituzioni. Eppure nessuno muove un dito, sembra che abbiano le mani legate perché temono le conseguenze. Ma nel frattempo, il degrado cresce, il flusso di migranti ospitati nella parrocchia continua senza freni e controlli, tanto che abitare qui è ormai diventato impossibile. Ma non perché qualcuno di noi sia razzista, assolutamente, ma perché le regole non vengono rispettate". Il vaso è ormai ricolmo di frustrazione. Quella dei residenti di Vicofaro, che sono scesi in strada per far sentire la propria voce e per raccontare come stanno le cose. La paura di parlare e di esporsi per la prima volta viene messa da parte, perché "non abbiamo più la forza di andare avanti così. Bisogna intervenire subito, prima che a qualcuno di noi possa accadere qualcosa di irreparabile". La testimonianza di alcuni è un vero fiume in piena, dove si mescolano ansia e rabbia. "Circa un mese fa siamo andati in prefettura portando quasi 200 firme per richiamare l’attenzione – spiega Gabriele Rafanelli – Questo per far capire che qua il problema non riguarda un gruppetto di persone che votano per un certo partito rispetto a un altro. Ognuno di noi ha orientamenti politici diversi, ma ci lamentiamo tutti, perché quotidianamente ci troviamo costretti ad assistere a delle scene fuori dal mondo. Quali? La zona viene considerata dai migranti un orinatoio a cielo aperto. Si incontrano ragazzi ubriachi, alterati e c’è spaccio a un passo dal giardino di un’abitazione. Fra gli ospiti della parrocchia c’è anche gente perbene, ma pure persone agli arresti domiciliari". Una delle criticità maggiori portate alla luce da Rafanelli e gli altri residenti è la mancanza di ordine: "Quello non è un centro di accoglienza, ma di smistamento. C’è un’ordinanza emessa dall’ex presidente della Regione, Enrico Rossi, che sancisce che potrebbero starci al massimo 15 persone, quando invece adesso si raggiunge quasi quota 200 – sottolineano Luca Tagliaferri e Riccardo Saracini – Non ci sono le condizioni igienico-sanitarie né strutturali adeguate per ospitare così tanti ragazzi, che non a caso vivono in condizioni pessime. Dentro la chiesa i materassi sono buttati a terra, c’è sporcizia ovunque e infatti qualcuno vorrebbe andarsene. Ma qui viene detto a chi arriva che ha delle possibilità di ottenere il permesso di soggiorno e quindi si precipitano in massa da tutta Italia". E quando si fa riferimento al comportamento di don Massimo Biancalani, gli animi si accendono: "Non è una persona in grado di tenere in mano questa situazione – il pensiero di Michela Giovannelli – Ha trasformato la chiesa: a messa, dei residenti, non va più nessuno. Si presentano al massimo in 1520, ma non della zona". Ecco allora che un confronto con il parroco è necessario: "Quello che chiediamo – conclude Rafanelli – è un tavolo per discutere con lui e con le autorità. Ci devono garantire sicurezza e il rispetto delle regole".

Confronto a cui don Biancalani non si tirerebbe indietro se venisse organizzato: "Nella maniera più assoluta, a patto però che il clima sia positivo e propositivo, evitando attacchi personali da parte dei residenti. Non voglio nemmeno che questa storia venga strumentalizzata, come invece è più volte successo in passato". Il parroco rimanda al mittente però le accuse: "Lo scenario che viene dipinto dai residenti è più grave di quanto non lo sia in realtà. A me non pare che ci sia più degrado rispetto a quello che vediamo in centro. Il problema sta nella mancanza di sostegno da parte delle autorità. Si sono sempre tirati tutti indietro".

Francesco Bocchini