"Covid e allergie si possono distinguere così"

La responsabile della struttura ospedaliera dedicata: "Se ci sono sintomi diversi dall’anno scorso, allora è meglio fare il tampone"

Donatella Macchia, direttrice struttura ospedaliera di allergologia e immunologia

Donatella Macchia, direttrice struttura ospedaliera di allergologia e immunologia

Pistoia, 10 aprile 2022 - L’uso massiccio delle mascherine protettive? Non ha certo arginato le allergie. Le ha, semmai, semplicemente ritardate o contenute. Ad offrire l’evidenza sono i numeri: gli allergici sono circa il 25% della popolazione, una parte dei quali, quantificabile tra il 5 e il 10%, è allergica ai pollini primaverili. Numeri entrambi significativi. Quest’anno c’è un’incognita in più: come si distinguono i sintomi del Covid da variante Omicron dalle semplici allergie?. Approfondiamo con la dottoressa Donatella Macchia, direttore struttura ospedaliera complessa di allergologia e immunologia clinica Toscana centro.

Primavera uguale allergia: verità o mito?

"Senz’altro un’equazione corretta, almeno andando a guardare quelle che sono le allergie più frequenti nella nostra regione, ovvero quelle da polline di graminacee, presenti nell’aria dai primi giorni di aprile o da metà marzo, fino a metà luglio".

C’è stato un aumento delle allergie negli ultimi anni?

"Probabilmente l’aver utilizzato le mascherine può aver ridotto l’intensità dei sintomi legati all’allergia, ma è ovvio che i dispositivi non proteggono dall’allergia stessa. L’incremento negli ultimi anni c’è stato, fino ad arrivare all’attuale 25% della popolazione allergica".

Quando bisogna eseguire accertamenti?

"I sintomi sono dei più classici, raffreddore, tosse, congiuntivite. Gli accertamenti possono essere eseguiti in qualsiasi momento dell’anno, anche durante una terapia antistaminica, in prima istanza rivolgendosi al medico di medicina generale che prescriverà specifici esami del sangue. Di fronte a un risultato di positività è possibile avviare una terapia e poi richiedere una consulenza dello specialista allergologo. Questo potrà intervenire sulla terapia, aggiungendo per le stagioni successive anche un approccio terapeutico specialistico qual è il vaccino per l’allergia. Il messaggio che deve passare è che niente deve essere lasciato al caso".

Esiste un modo per ‘allenarsi’ a non sviluppare allergie? "Non per quel che riguarda la pollinosi. In presenza di avvisaglie nelle stagioni precedenti ma senza ancora una diagnosi, l’unica cosa da fare è procedere con gli esami del sangue e quindi vista specialistica se gli esami sono positivi".

Covid-19 e allergia, entrambe malattie dai sintomi di tipo respiratorio: come orientarsi? "Va valutata la presenza di sintomi analoghi a quelli riscontrati nell’anno precedente che farebbero pensare ad una malattia allergica. Ma con l’aggiunta di sintomi nuovi, quali ad esempio stanchezza o tosse secca persistente, occorre un altro tipo di indagine, quella con tampone". Allergici e vaccinazioni anti-covid: qualche raccomandazione?

"Chi è allergico non ha nessun rischio aggiuntivo nell’ambito della vaccinazione per covid. Anzi, il soggetto asmatico più di altri richiede la vaccinazione".

L.M.