
Il sindaco Alessandro Tomasi durante il suo intervento di ieri
PISTOIA
La sanità toscana, sebbene presenti eccellenze e non sia peggiore di altre realtà italiane, richiede un profondo ripensamento per affrontare le sfide attuali e future, mettendo al centro la salute dei cittadini e garantendo un accesso equo ed efficiente ai servizi. Questo in sintesi ciò che è emerso dall’incontro "Le sfide della Toscana del futuro: sanità toscana, risorse, prestazioni, criticità e proposte", che si è svolto ieri alla biblioteca San Giorgio, promosso dall’associazione Solo Riformisti di Pistoia, al quale hanno preso parte medici e docenti universitari. Il tema è stato introdotto da Alessandro Petretto, professore emerito di economia pubblica dell’università di Firenze, che ha confrontato diversi sistemi sanitari europei. Per Filippo Buccarelli, presidente di Solo Riformisti: "C’è un problema di investimenti, in particolare per la medicina diagnostica e specialistica e per il prolungamento delle liste d’attesa".
"La sanità assorbe la maggior parte del bilancio regionale, circa 8,1 miliardi di euro - ha ricordato il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi - e tocca direttamente i nostri cittadini. Le risorse ci sono, ma vanno razionalizzate, evitando sprechi, per indirizzarle ai servizi essenziali come la prevenzione, che è fondamentale, poiché la popolazione invecchia e dobbiamo aiutarla a mantenersi in salute. E poi – ha aggiunto il sindaco - il territorio è privo di un sistema che possa prevenire gli accessi agli ospedali e ai pronto soccorso".
Per Alessandro Scarafuggi, medico e dirigente di strutture del Servizio sanitario nazionale: "La sanità in Toscana non è peggiore rispetto ad altre regioni, anzi per certi versi è in posizioni migliori, ma richiede di recuperare la relazione con i cittadini. I cittadini si lamentano delle liste d’attesa troppo lunghe e delle attese ai pronto soccorso. La Toscana è diventata una delle regioni con un maggior contenzioso pubblico, cosa che prima non era. Il rapporto con i cittadini va recuperato rimettendo qualità nelle strutture e organizzando meglio i servizi".
"La sanità è sottofinanziata e richiede un aumento della spesa pubblica", ha evidenziato Marco Betti, professore dell’Università di Teramo, che ha illustrato il manifesto ‘Principi per una riforma del sistema sanitario’, redatto da esperti di varie università italiane. "È necessario un ripensamento del ruolo del privato – ha aggiunto Betti -, non per privatizzare, ma per definire cosa deve rimanere pubblico e cosa può essere lasciato al mercato, dato che le risorse pubbliche sono limitate".
Per David Nucci, presidente dell’Ordine degli infermieri di Firenze e Pistoia: "Dobbiamo investire sulle professionalità, che troppo spesso sono sottopagate e sottovalutate. La carenza di professionisti ci porta a cercare personale all’estero, con dubbie competenze che potrebbero mettere a rischio i pazienti in futuro".
Patrizio Ceccarelli