
Dal ritmo punk alla liturgia. Ecco la storia di don Giulio
Ha anche suonato la chitarra e la tastiera in un gruppo folk punk molto attivo. E’ Giulio Vannucci, uno dei nuovi nuovi sacerdoti dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini. L’altro – Michele Di Stefano, 39 anni – è un ex carabiniere. Nell’omelia monsignor Nerbini ha ricordato che Cristo Gesù ha reso i sacerdoti "servitori di tutti esigendo da noi stessi il massimo. Che dovrebbero dire gli altri se trovassero in noi un atteggiamento di sufficienza, di trascuratezza?". Poi l’invito ai due ordinati di curare la vita spirituale, da non mettere mai in secondo piano rispetto al servizio alla Chiesa e alla comunità che sarà loro affidata: "potremmo avere una capacità di lavoro illimitata ed una disponibilità assoluta, ma senza di Lui saremmo spenti ed ininfluenti", ha affermato il Presule. Da quando è arrivato a Prato, nel settembre 2019, il vescovo Nerbini ha ordinato nove sacerdoti del clero diocesano. Vannucci è nato a Pistoia, dove ha vissuto fino a otto anni fa, quando ha deciso di entrare a far parte della comunità dei Ricostruttori nella Preghiera di Prato, con sede a Villa del Palco. Prima di maturare la vocazione ha preso due lauree, in lettere e in scienze della formazione, e ha lavorato come insegnante ed educatore. Ha anche suonato la chitarra a la tastiera in un gruppo folk punk molto attivo in zona, chiamato i Quanti. "Un periodo nel quale mi sono divertito tantissimo e che non rinnego", dice don Giulio.
Quindi l’incontro con i Ricostruttori e con la figura di padre Guidalberto Bormolini. Inizia per lui la vita comunitaria e la conseguente scelta del sacerdozio. Don Giulio ha una folta capigliatura riccia e una lunga barba, tratto distintivo dei membri maschili dei Ricostruttori, comunità conosciuta e apprezzata a Prato per aver realizzato il progetto del borgo Tutto è Vita, un paese abbandonato nel Comune di Cantagallo, rinato dopo essere caduto nell’abbandono. "Negli ultimi tempi ho fatto il muratore e ho accolto le tante persone venute al borgo, una esperienza bellissima. Per me diventare sacerdote – afferma don Giulio – significa mettersi ancora di più a servizio, significa prendersi cura di tutto e di tutti". Anche per lui in cattedrale erano presenti moltissime persone, tra queste tanti scout, perché il neo sacerdote è la guida spirituale dei gruppi Agesci di Prato insieme al confratello don Matteo Pedrini. L’altro nuovo prete è Michele Di Stefano, siciliano di Gela, che da giovane è stato cuoco e cameriere. A 19 anni scelse di fare il carabiniere di leva venne mandato a Bardonecchia, in alta Val di Susa. Qui incontrò e conosce don Mario Bonacchi che stato all’origine di molte vocazioni.