
Tre frazioni per circa 1.500 abitanti che dei concetti di vicinato e solidarietà hanno fatto cemento per costruire fondamenta solide e durature. E che del lamento non hanno mai fatto pratica assidua: qui quel che non c’è – sempre che sia d’umana portata – si fa, maniche arricciate e via.
Benvenuti nel triangolo Santomoro-Baggio-Villa di Baggio, nuova tappa di quel viaggio che vuole cercare di indagare il sentimento popolare che anima questo tempo sospeso, così carico di contrasti, speranza e voglia di ripartenza da un lato, paura e preoccupazione per la nostra salute ma anche per le nostre tasche dall’altro. Oltre che per la nostra voglia di tornare a stare insieme: quando le norme ce lo consentiranno, saremo gli stessi di sempre, quelli che hanno condiviso tutto nella quotidianità di frazioni che spesso vivono di una vita autonoma rispetto alla città?
Ce lo siamo chiesti all’inizio di questo viaggio e lo abbiamo quindi chiesto ai protagonisti che in questa tappa abbiamo individuato nel circolo Arci di Santomoro, realtà attiva sul territorio da più di sessant’anni, e comitato paesano di Villa di Baggio, emblema di un movimento spontaneo che dichiara apertamente amore e attaccamento per le proprie radici.
Negli ultimi vent’anni ha affiancato allo storico comitato anche un altro, quello di gestione del centro sociale Il Meo e, più recentemente, anche una Pro Loco sul territorio. Tutte realtà che fanno da benzina per le attività sociali, ricreative e organizzative del paese.
l.m.