Pistoia, gli aumenti mettono in crisi le Rsa. "Anche la Turati ora corre rischi"

L’allarme dalla Fondazione per i costi insostenibili. Gas: impennata del 200% rispetto al pre-Covid De Scalzi : "I nostri ospiti sono fragili, non possiamo semplicemente spegnere aria o riscaldamento"

Anche le Rsa sono in crisi per l’improvvisa esplosione dei costi dell’energia elettrica

Anche le Rsa sono in crisi per l’improvvisa esplosione dei costi dell’energia elettrica.

Pistoia, 6 settembre 2022 - "Siamo con le spalle al muro". Non usa mezzi termini Maurizio De Scalzi, direttore generale della Fondazione Turati. Il caro bollette, che tante difficoltà sta creando a famiglie e imprese, non risparmia neppure le residenze sanitarie assistenziali. Anzi, il settore rischia di essere uno tra i più colpiti, visto che il problema energetico si somma ad altri problemi altrettanto seri, a partire dall’estrema difficoltà a reperire personale sanitario e dalla pandemia. "Se facciamo un raffronto tra il primo semestre del 2019, ovvero l’ultimo ‘normale’ prima del Covid – spiega – e lo stesso periodo del 2022 l’aumento dei costi dell’energia è intorno al 70%. Ma se andiamo a confrontare le spese sostenute per il gas, la crescita arriva al 200%. Una situazione insostenibile che deve essere affrontata con la massima urgenza. Parliamo di rincari nell’ordine delle decine di migliaia di euro, che stanno mettendo a dura prova le tenuta dei nostri bilanci".

"Il problema – prosegue De Scalzi – è semplice: le strutture non possono permettersi di lavorare in perdita, è insostenibile dal punto di vista aziendale. E non possiamo pensare di arginare il problema abbassando di uno o due gradi il riscaldamento o spegnendo l’aria condizionata. Le persone ospiti delle nostre strutture sono fragili, hanno bisogno di assistenza e comfort adeguato. Dobbiamo essere equiparati alle aziende energivore. Ma non basta: servono interventi con la massima urgenza". Altrimenti? "Altrimenti rischiamo di chiudere – risponde con amarezza –. Abbiamo cercato di esternare le nostre difficoltà al mondo della politica, ma fino a oggi non abbiamo ricevuto nessuna rassicurazione e soprattutto non vediamo all’orizzonte interventi a breve termine. È questo che ci preoccupa di più. Non riusciamo a continuare a lavorare in perdita. O arrivano risposte in tempi brevi oppure rischiamo di dover fermare le nostre attività. In Toscana vuol dire chiudere la struttura di Gavinana che ospita 170 persone. Del resto è impensabile pensare di aumentare le nostre tariffe: le famiglie sono già abbastanza in difficoltà. All’inizio di agosto abbiamo incontrato il prefetto di Firenze, al quale abbiamo spiegato i nostri problemi e abbiamo confermato di essere pronti a dichiarare lo stato di crisi del settore".

Un settore, quello delle Rsa, che già da un paio d’anni sta vivendo grandi difficoltà. Il Covid ha cambiato tutto, a partire dai costi del personale. "Trovare infermieri, ormai, è un’impresa e proprio per questo i costi sono schizzati verso l’alto – dice –. Se ci aggiungiamo le ingenti cifre c he dobbiamo investire tutti i mesi per acquistare i dispositivi di protezione individuale per il personale, il quadro è completo. Prima almeno queste spese erano coperte da ristori...".

Davide Costa