
Con cinque persone stroncate, nelle ultime ore dal Covid e 93 ricoverati al San Jacopo – 15 dei quali in terapia intensiva – e famiglie intere positive, quella di ieri è stata una delle giornate più difficili da quando l’ondata si è risollevata, e non consola la flessione dei contagi accertati ieri, che si attestano su 171 casi. Tra le vittime illustri, c’è il dottor Tito Caselli, 86 anni: medico molto noto e apprezzato in città, fratello di Piergiorgio scomparso ad agosto, altrettanto noto per il suo impegno nella politica, nella finanza e nella cultura cattolica. I numeri della provincia: Pistoia 64; Quarrata 20; Agliana 18; Montecatini 11; Pescia 11; Montale 8; Massa e Cozzile 6; Serravalle 6; Larciano 6; Ponte Buggianese 4; Monsummano 4; Buggiano 4; San Marcello 4; Chiesina Uzzanese 3; Pieve a Nievole 2; Lamporecchio 1. Tutte queste persone sono monitorate a domicilio: si tratta di contagi che sono avvenuti principalmente in ambito familiare. Un dato che induce ad una riflessione inevitabile da parte di Anna Maria Celesti, medico e vicesindaco di Pistoia e qui nella sua veste di presidente della Società della salute: "Il primo appello è il più scontato: evitate le cene di riunione familiare e cercate di essere sempre gli stessi e di creare così una ‘bolla’ che possa contribuire così alla vostra sicurezza. E portate le mascherine anche in casa e aprite spesso le finestre. Pensate ai vostri anziani, sempre e soprattutto se sono malati, e a tutti i vostri familiari che hanno malattie croniche e tumori e che sono fragili. Nei loro confronti deve essere usata la massima precauzione: spesa e farmaci siano portati loro a casa. Tutto questo ha poco a che fare con la chiusura di tutto".
Il vicesindaco si sofferma anche su altri aspetti di scottante attualità: "C’è bisogno di personale sanitario, anche analizzando l’azione rapida che il Covid può avere tra i primi sintomi e l’aggravamento. Occorre un rapido ricambio con le dimissioni e se riuscissimo a evitare l’intasamento del pronto soccorso con le cure a domicilio con più Usca, più l’azione integrata dei medici di base e dei pediatri di libera scelta, otterremmo l’ottimizzazione dei numeri e la capacità di gestire la situazione. Perché non bisogna dimenticare – sottolinea Celesti – che anche il personale si ammala e che è già usurato dalla precedente ondata".
L.A.