
Dopo il terremoto fiscale che ha coinvolto la provincia di Pistoia, l’ente replica alla Corte dei Conti, che ad inizio settimana aveva notificato "gravi irregolarità contabili", con buco di bilancio di quasi 5 milioni di euro sviluppato nel triennio 2017-2019. La lente dei revisori si era concentrata in particolare sul cosiddetto "Fondo crediti di dubbia e difficile esazione", a parere della Corte dei Conti mal calcolato dalla Provincia di Pistoia.
Secondo lo stesso ente, il concetto di "buco di bilancio da 5 milioni" non descriverebbe accuratamente la situazione verificatasi. "Preme chiarire – si legge una nota redatta dalla segreteria della Provincia di Pistoia – che non si tratta di un "buco" di 5 milioni, in quanto i disavanzi rideterminati non si cumulano. L’accantonamento a ‘Fondo crediti di dubbia e difficile esazione’ (FCDE) viene ricalcolato in occasione di ogni rendiconto sullo stock dei crediti non ancora riscossi. Quindi, con l’approvazione del rendiconto 2022 in presenza di un prevedibile avanzo libero, si profilerà il superamento delle criticità evidenziate".
Un errore, secondo quanto riportato dalla provincia stessa, più di forma che di sostanza. I correttivi sarebbero già in lavorazione sui tavoli dei tecnici dell’ente. "Secondo le indicazioni della Corte dei Conti – prosegue la nota –, la Provincia sta già procedendo alle correzioni prescritte".
E per i rendiconti giudicati mal calcolati del 2017, 2018 e 2019? "Purtroppo il controllo ed il conseguente esito su quei rendiconti – prosegue la nota della Provincia – giunge dopo diverso tempo. L’Ente, pertanto, non ha potuto apportare tempestivamente i correttivi segnalati già a partire dall’annualità 2018. Tuttavia – precisano –, i risultati di amministrazione per le annualità dal 2017 al 2021 saranno riapprovati contestualmente al Rendiconto 2022 secondo le indicazioni impartite".
L’incidente di percorso, insomma, viene considerato in via di risoluzione. La provincia di Pistoia ha voluto sottolineare come problematiche simili siano state patite anche da altre province toscane. L’errore nei conteggi parte da lontano: a seguito della Legge 1902014, la discussa "Finanziaria 2015", province e città metropolitane si trovano in una posizione economica praticamente impossibile da sostenere.
Da lì, per chiudere i bilanci regolarmente, le province iniziarono a sudare le proverbiali sette camicie.
"Che la situazione era insostenibile lo riportò la stessa Corte dei conti nel 2017, parlando di ‘assenza di proporzionate tra funzioni della provincia e risorse messe a disposizione per farle funzionare’. L’obiettivo dell’Ente – concludono – è stato quello di agire nel rispetto delle norme e dei principi contabili e, contestualmente, di assicurare un minimo di risorse per le funzioni fondamentali, già molto compromesse, evitando di immobilizzare risorse non necessarie".
Francesco Storai