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"Io, medico con il Covid salvato dai miei colleghi"

Giorgio Di Biagio è stato ricoverato per oltre venti giorni al San Jacopo. "Settimane durissime, ma ho trovato tanta professionalità e umanità"

Il dottor Giorgio Di Biagio

Pistoia, 28 maggio 2020 - Nessun eroismo. Ma tanto impegno, passione, amore per il proprio lavoro e dedizione ai pazienti". Testimonianza diretta "dall’altra parte della barricata", quella di un medico del Dea di Pistoia, si è ammalato di Covid e le sue condizioni si sono aggravate tanto da richiedere un ricovero in terapia subintensiva. Adesso per il dottor Giorgio Di Biagio il calvario è finito: è guarito, è stato dimesso, e ha deciso di scrivere una lettera di ringraziamento al personale dell’ospedale che lo ha curato. "Il mio calvario – racconta– è iniziato il 12 aprile scorso, giorno di Pasqua (strana coincidenza), quando, per colpa di una tosse secca stizzosa, mi rivolgevo al pronto soccorso. Da lì, fatti tutti gli accertamenti, sono risultato positivo al Covid-19 e, dopo essere rimasto in osservava, ed infine in week surgery, al zione, sono strato trasferito in malattie infettive. Poi in terapia subintensimomento accogliente i pazienti positivi ma fuori pericolo. Il tutto è durato fino al 4 maggio giorno della mia dimissione".

Sono state settimane durissime, giorni e notti interminabili, che il medico è riuscito a sopportare forse soltanto grazie alla professionalità dei colleghi, degli infermieri e del personale. "Il lavoro svolto a tutti i livelli posso solo dire che è stato eccezionale non perchè ero un collega – precisa però subito Di Biagio – ma in quel momento un paziente qualsiasi che poteva imboccare una via ben più pericolosa. Ho visto la dedizione del personale anche con gli altri pazienti, la dolcezza e la determinazione per aiutarli. La professionalità di ogni operatore è sicuramente di alto livello vista anche la collaborazione creata tra i vari componenti dei team". Da qui la lunga lista dei ringraziamenti diretti che Di Biagio riesce a fare.

Il direttore sanitario Lucilla Di Renzo e il suo staff e i direttori ai vari livelli, dal Pronto soccorso, alle malattie infettive alla terapia intensiva, all’Area medica che inglobava anche week surgey "che – sottolinea il paziente dimesso – devono essere sicuramente orgogliosi (una punta di orgoglio qualche volta ci sta bene) dei loro collaboratori e del loro operato. Siamo sempre persone umane – continua – e l’errore può capitare, però se una volta capita non è detto che siamo degli incompetenti. Ho detto ’siamo’ perchè anch’io faccio parte di questa squadra e ne sono più che felice dopo oltre 20 anni di 118; ma al momento che ero ricoverato ho sempre detto “sono” dato che in quel momento ero dall’altra parte della barricata".

Nonostante le ristrettezze economiche, la scarsità di personale che purtroppo si è ammalato ed è anche deceduto, tutti hanno dato non il 100 ma il 110% per fronteggiare questa pandemia: come Di Biagio la pensano in tanti. "Ci hanno classificato come eroi, ma non lo siamo. Siamo persone che hanno scelto questo lavoro perchè crediamo in quello che facciamo e lo amiamo. Questa – conclude – è la vera sanità". © RIPRODUZIONE RISERVATA