Coperte e telai inondati: "Viviamo un altro incubo"

Carlo Pancani, titolare della Lancalor: "Anche nel 2013 non avemmo aiuti"

Coperte e telai inondati: "Viviamo un altro incubo"

Coperte e telai inondati: "Viviamo un altro incubo"

La stessa scena, e la stessa disperazione, dieci anni dopo. Sia nell’ottobre del 2013 che nei primi giorni di novembre di quest’anno all’azienda Lancalor della famiglia Pancani, imprenditori particolarmente conosciuti per avere un negozio importante in via Fermi a Sant’Agostino di elettrodomestici e prodotti elettronici, si è ritrovata con oltre venti centimetri di acqua all’interno della propria sede lungo la provinciale che collega Stazione con Montemurlo. La ditta, che si occupa della produzione di scaldaletto e coperte elettriche, si trova più in basso rispetto al piano stradale che, a sua volta, è situato ad un livello inferiore di dove scorre il torrente Bure che in quel punto è tracimato riversandosi sulla stessa arteria. "Ci siamo ritrovati con acqua e fango dappertutto – afferma Carlo Pancani, titolare assieme al fratello Paolo – in un momento molto delicato dell’anno perché la consegna dei nostri prodotti sarebbe iniziata a giorni ed avevamo il magazzino al completo. Trattandosi di prodotti al 100% in lana, tutto quello che è finito dentro l’acqua è completamente da buttare, così come c’è da valutare se i telai e gli orditoi avranno retto oppure no. Vorrei ringraziare i dipendenti (sei in tutto, ndr) che sono venuti a dare una mano, assieme a quelli delle altre nostre realtà, lasciando a casa coloro che avevano da risolvere le criticità familiari". E, a livello aziendale i proprietari hanno raggiunto ieri un accordo con le maestranze. "Ci siamo ritrovati nella stessa stanza – aggiunge ancora Pancani – ed abbiamo concordato che chi, fra i nostri dipendenti, ha avuto seri danni a livello di elettrodomestici e ciò che riguarda componentistica elettrica ed elettronica di nostra competenza ci sarà una scontistica molto importante sull’acquisto del nuovo. È un piccolo gesto ma se ogni attività commerciale pensasse ad una cosa del genere, forse, sarebbe più facile ripartire". C’è poi un pensiero che assilla i titolari della Lancalor. "Eravamo finiti nella stessa situazione anche dieci anni fa – conclude Carlo Pancani – facemmo tutte le procedure richieste per il rimborso, almeno parziale, dei disagi inoltrando la documentazione a Stato, Regione e Comune: in quella circostanza non abbiamo visto un solo euro. Oggi sento già annunci di centinaia di milioni che verranno stanziati per le popolazioni colpite, e le attività produttive, ma come faccio ad avere fiducia? Sono molto preoccupato che possa non toccarci niente nemmeno stavolta".

S.M.