
Il nostro viaggio
Pistoia, 24 febbraio 2016 - CI SONO ANCORA i calendari del 1997 attaccati al muro. Negli uffici i registri con gli inventari del materiale, nelle cucine i vassoi impilati l’uno sull’altro. Ma il colpo al cuore arriva nel locale lavanderia dove dagli armadi semiaperti spuntano magliette e tute con la scritta «Ipost». Tutte ancora perfettamente piegate come diciannove anni fa, quando furono usate per l’ultima volta. Da allora l’ex colonia dei Postelegrafonici di Prunetta è rimasta chiusa. Con tutto il materiale abbandonato all’interno, come se l’enorme struttura dovesse riaprire di lì a poco. E invece di estati e inverni ne sono passati quasi venti, l’alternanza di sole e intemperie ha progressivamente minato lo stabile e il resto dei danni li hanno fatti i ladri, che si sono intrufolati mese dopo mese nella colonia cannibalizzando tutto quello che poteva avere un minimo valore commerciale.
RISPETTO al nostro sopralluogo di due anni fa, quando si poteva entrare dappertutto con facilità, gli accessi dal piano terra sono stati tutti sigillati. Merito della Igei, la società che gestisce il patrimonio immobiliare Inps, che ha così cercato di evitare che l’ex colonia divenisse il rifugio, peraltro scomodo, di qualche senza tetto. Ma, ovviamente, nessuna struttura così grande può dirsi completamente chiusa. E infatti è bastata una veloce perlustrazione per scoprire una finestra rotta della sala da pranzo e una scaletta provvidenzialmente lasciata lì da qualcuno. E allora abbiamo fatto di nuovo un tuffo all’interno di quei 60mila metri cubi di cemento che compongono la struttura, del quale restano ormai soltanto ruderi pericolanti, istantanee di una vita troppo vicina per essere storia e troppo lontana per essere attualità: cabine del telefono a schede, friggitrici rugginose, quadri elettrici vandalizzati, materassi inzuppati d’acqua e videogiochi con la fessura per inserire la moneta da 200 lire.
CAMMINARE all’interno dell’ex colonia fa impressione: al secondo piano, in mezzo a un lunghissimo corridoio semibuio, spunta come dal nulla una biciclettina grigia con le ruota rosa. Chissà chi ce l’ha portata. Ma non si può non pensare al triciclo di Danny, il figlio del protagonista del film Shining, ambientato in quell’Overlook Hotel che tanto ricorda la struttura di Prunetta.
REALIZZATO dalla Pessina Costruzioni tra il 1970 e il 1974, il centro vacanze è costato alle casse dell’istituto di previdenza dei postelegrafonici quasi un miliardo e mezzo di lire dell’epoca (oltre 13 milioni di euro attuali) e in una ventina di estati ha ospitato 18mila figli dei dipendenti delle Poste. La colonia aveva una capacità di 230 bambini a turno e impiegava sessanta stagionali. Una volta. Da vent’anni questa parte della frazione di Prunetta convive col degrado. «Inps – spiega il sindaco di Piteglio Luca Marmo – attraverso Igei ha aperto un bando che scade sabato per possibili manifestazioni di interesse per la colonia. L’idea sarebbe quella di un contratto d’affitto, visto che la vendita di questi immobili può essere effettuata soltanto dalla società Invimimit, soggetto di gestione del risparmio del ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa soluzione, però, pone evidenti problemi nell’individuazione dell’interlocutore, vista la situazione di degrado della struttura. Comunque, se dovessero esserci degli interessati, a quel punto potrebbe davvero iniziare una trattativa diretta sul prezzo dell’affitto e sul piano degli investimenti».
«A OTTOBRE – spiega Edoardo Fanucci, parlamentare Pd – ho presentato insieme alla collega Caterina Bini un’interrogazione proprio per capire come il governo intenda affrontare la questione: l’idea potrebbe essere quella di una norma che metta fin da subito Inps nella condizione di procedere alla vendita diretta del complesso e porre fine a questa situazione di degrado che va avanti ormai da vent’anni».