Un sistema economico da ripensare, non più basato sul turismo bianco, quello legato allo sci e agli impianti di risalita. Questo quanto sostenuto dal comitato ’Un Altro Appennino è possibile’, riunitosi dal 2020 per iniziativa di un gruppo di cittadini e associazioni attive sull’Appennino Tosco Emiliano. Il comitato si interroga sul futuro della montagna e della sua economia, nel bel mezzo dell’ennesimo inverno senza neve e con temperature costantemente sopra la media. "La forte anomalia climatica di questo inverno – sottolineano i portavoce del comitato – ha messo nuovamente in grandi difficoltà tutto il comparto interessato dal turismo invernale. Non solo è mancata la neve naturale ma il caldo anomalo non ha reso possibile neppure l’innevamento artificiale delle piste. Forse fino a dieci o quindici anni fa sarebbe stato ancora possibile negare l’esistenza del cambiamento climatico e affermare che si trattava di episodi occasionali. Adesso quel tempo è finito".
L’Appennino, insomma, sembra dover fare sempre meno affidamento su quello che un tempo era la normalità, fatta di neve naturale intervallata da periodi sopra la media termica non persistenti come negli ultimi anni. "Sperare nel ritorno della neve come avveniva in passato è fuorviante. Il clima è cambiato". Da qui, la necessità di cambiare strategia economica. "Occorre fin da ora prevedere nuove modalità di investimento pubblico, capaci da un lato di sostenere e migliorare le prestazioni delle strutture già in essere, finché ciò sarà ragionevolmente possibile; nel frattempo dovrà essere fermata la costruzione di nuovi impianti che sarebbero assolutamente ingiustificati; parallelamente e da subito occorre lavorare per il graduale passaggio verso un sistema turistico fondato su altri presupposti, dato che nel prossimo futuro nulla sarà più uguale a quello che abbiamo visto in passato".