
Lo striscione esposto durante una delle manifestazioni di protesta
Il "caso" Vicofaro resta al centro del dibattito. Sugli ultimi sviluppi prende la parola la Fondazione "Un raggio di luce" con un richiamo forte allo spirito di solidarietà. "In questi giorni sono successe molte cose a Vicofaro e, per la prima volta, c’è stata una collaborazione delle autorità preposte che ha portato all’alleggerimento del sovraffollamento nei locali della chiesa – si legge in una nota – con il trasferimento di circa 40-50 migranti in altre sedi".
"Questo è un primo passo che va nella giusta direzione, ma che deve essere seguito da ulteriori provvedimenti in tal senso. Comprendiamo il disagio dei residenti del quartiere che da anni si trovano a vivere in una situazione problematica che, a volte, sfugge di mano a tutti – si spiega –- Detto questo, esprimiamo la nostra solidarietà a don Massimo Biancalani che, in questi ultimi giorni, si è trovato ad affrontare manifestazioni di protesta eccessive. Occorre, per il futuro, che tutte le parti in causa adottino comportamenti dettati dalla ragionevolezza e dal sincero desiderio di trovare una soluzione condivisa". "Non è facile perché ormai fra il parroco e i residenti del quartiere si è creata una frattura difficile da sanare, ma l’unica soluzione è quella di collaborare, certamente non quella del muro contro muro – prosegue la Fondazione –. Il nostro suggerimento è di riattivare quegli organi collegiali della comunità ecclesiale che potrebbero svolgere un ruolo importante per far tornare le persone a parlare tra di loro. L’unica cosa che non può esser fatta è continuare ad esasperare gli animi difendendo ognuno le proprie posizioni senza cercare di mettersi l’uno nei panni dell’altro, cosa sempre necessaria nella vita quando ci troviamo difronte a conflitti".
Quindi un’ultima riflessione che suona anche da invito a tutti: "Sappiamo che questa nostra presa di posizione, probabilmente, non avrà alcun effetto concreto, ma ci sentivamo in dovere di prenderla perché siamo sinceramente dispiaciuti che, dopo tanti anni, non si riesca ancora a trovare un modo di convivere all’insegna della fraternità".