
Il proprietario ha richiesto la presenza delle forze dell’ordine in vista del nuovo accesso che dovrebbe essere eseguito domani, per permettere poi di liberare l’immobile (foto d’archivio)
Pistoia, 3 agosto 2023 - Da un anno non possono entrare nella loro casa, perché occupata abusivamente da una famiglia, padre, madre e due figli, che ne hanno preso possesso senza averne alcun titolo e per giunta senza pagare nemmeno un affitto. La storia è quella di Stefano Gallo, impiegato presso il Reparto dei Carabinieri della Biodiversità di Pistoia, e di sua moglie Susanna Lorenzini, che insieme ai loro figli, da marzo stanno aspettando che sia finalmente reso esecutivo il provvedimento del Tribunale di Pistoia, che ha condannato la famiglia alla restituzione dell’immobile occupato senza titolo. Con l’ordinanza del primo marzo scorso, infatti, il Tribunale di Pistoia, ha condannato la famiglia occupante anche al versamento di una quota pari a 550 euro, "a titolo di indennità di occupazione per ogni mese a far data dalla messa in mora e sino all’effettivo rilascio, oltre alle spese condominiali dovute, agli interessi e alla rivalutazione monetaria". Eppure, ad oggi, la famiglia Gallo non è riuscita ancora a rientrare nella propria casa.
La vicenda è iniziata nel 2021, quando l’appartamento è stato concesso in affitto ad un anziano, in base a un regolare contratto di locazione. "All’inizio tutto era filato liscio – spiega Stefano Gallo – Io e la mia famiglia eravamo andati ad abitare ad Abetone e avevamo dato in affitto l’appartamento di Pistoia, che è di proprietà mia e di mia moglie. Abbiamo avuto modo di conoscere l’affittuario, una persona molto tranquilla che in ogni caso aveva chiarito il proprio interesse a usufruire della casa per un breve periodo. I pagamenti erano regolari e non ci sono mai stati problemi – racconta il proprietario – anche quando il mio affittuario mi chiese di poter ospitare ogni tanto una cara cugina che lo avrebbe aiutato nelle sue necessità domestiche. Ovviamente, acconsentii, e tutte le volte che andavo a trovarlo a casa, per verificare che tutto andasse bene e che non avesse bisogno di manutenzione o altro, non avevo mai visto altre persone all’infuori di lui".
Poi, nel giugno del 2022, dunque un anno fa, l’affittuario è deceduto e a quel punto la casa sarebbe dovuta tornare al proprietario. "Mi sono recato a casa mia per fare un sopralluogo, avendo intenzione di trasferirmici da lì a breve – spiega il signor Gallo – dal momento che erano mutate le necessità famigliari: io lavoravo nella sede di piazza del Carmine in centro a Pistoia, come tuttora faccio, mentre mio figlio si stava preparando ad iniziare l’università e dunque c’era bisogno di avere una casa a Pistoia, per potersi recare in treno a Firenze dove avrebbe seguito le lezioni".
"Ma quando sono entrato a casa ho trovato un’intera famiglia: padre, madre e figlio, di origine rom, e mai visti prima. Ho avuto uno choc. Ancor più quando ho scoperto che loro non avevano alcuna intenzione di lasciare la casa, e anzi vantavano un diritto sulla stessa, esibendo quello che ho poi compreso essere un falso contratto di locazione. Un documento contraffatto, s’intende, col quale avevano anche ottenuto la residenza, presso l’ufficio anagrafe". Da quel momento è iniziato tutto l’iter legale: la famiglia Gallo si è affidata all’avvocato Carla Strufaldi, che ha seguito tutta la pratica fino al pronunciamento del Tribunale. "C’è stato già un primo tentativo di sfratto – spiega il signor Gallo – e un nuovo accesso è stabilito per domani, venerdì 4 agosto. Temendo nuove resistenze, abbiamo inoltrato una domanda per richiedere la presenza delle forze dell’ordine: si tratta di una richiesta che deve essere firmata dagli uffici competenti della Prefettura, con inoltro poi alla Questura". "In tutto questo tempo – conclude Gallo – io mi sono ammalato, ho sviluppato una forma di psoriasi, evidentemente legata allo stress patito".
M.V.